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Venerdì 12 GENNAIO 2018
Influenza a rilento in Veneto: tassi dimezzati rispetto alla media nazionale

Dall’1 e il 7 gennaio sono state colpite 30.181 persone, pari a un’incidenza di 6,15 casi ogni mille assistiti contro una media del 13,24 in Italia. Dall’inizio dell’epidemia sono 93.500 i veneti messi a letto dall’influenza. Sette segnalazioni di complicanze; due i decessi.

Mentre il resto del Paese si prepara al picco della stagione influenza, la diffusione dell’influenza sembra andare a rilento in Veneto. Lo testimonia il terzo Rapporto elaborato dall’inizio della sorveglianza (partita a ottobre) da parte della Direzione Prevenzione della Regione del Veneto relativo alla settimana tra l’1 e il 7 gennaio.

In questo lasso di tempo, i dati pervenuti dalla rete di 104 medici “sentinella” sul territorio indicano che sono state colpite da virus 30.181 persone, pari a un’incidenza di 6,15 casi ogni mille assistiti, il che porta a 93.500 il totale dei cittadini veneti che hanno dovuto mettersi a letto dall’inizio della stagione influenzale. Il 6,15 per mille del Veneto, come anche emerso dal rilevamento precedente, costituisce un’incidenza inferiore di più della metà rispetto alla media nazionale, che ha raggiunto 13,24 casi per mille assistiti.

A oggi, in Veneto sono state registrate 7 segnalazioni di complicanze legate all’influenza, di cui 6 forme gravi (4 maschi e 2 femmine tra 41 e 82 anni), con 5 ricoveri in terapia intensiva. I decessi registrati come correlabili all’influenza sono due, segnalati dalle Ullss Pedemontana e Euganea.

“L’andamento di questa stagione in Veneto non differisce sostanzialmente da quello delle annate precedenti, mentre è ancora presto per capire se la curva d’incidenza seguirà l’andamento nazionale, sinora delineato con valori molto più alti, o se seguirà l’andamento più contenuto delle ultime stagioni”, fanno sapere dalla Direzione Prevenzione della Regione.

Tra le fasce d’età, la più colpita è quella dei bambini da zero a 4 anni con un tasso del 15 per mille (ma a livello nazionale è già a 28,5 per mille), seguita dalla seconda fascia pediatrica (5-14 anni) con un tasso di 6,31 casi per mille, stabile rispetto alla settimana precedente e molto più basso della media nazionale che è del 15,1 per mille. Le classi di età centrali (15-64 anni) segnano incrementi contenuti e raggiungono 6,38 casi per mille (13,37 in Italia), mentre i meno colpiti risultano gli ultrasessantacinquenni con 3,29 casi per mille, poco più di un terzo della media nazionale, attestata a 8,07 per mille.

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