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Venerdì 12 GENNAIO 2018
Consiglio dei Sanitari. Ipasvi Bari e Bat, la lettera al governatore: “La legge va riscritta. Istituzione anacronistica”

“L’attivazione del Consiglio dei Sanitari, avviato con il decreto di nomina, è diventato anacronistico rispetto all’ordinamento che disciplina e regola la rappresentanza professionale degli Ordini professionali”. Comincia così la lettera che i presidenti degli Collegi degli Infermieri della provincia di Bari e Bat, Saverio Andreula e Giuseppe Papagni, hanno inviato al governatore della Puglia. Chiara la richiesta: “La legge va riscritta”. LA LETTERA.

“Michele Emiliano ha avviato la costituzione del Consiglio dei Sanitari regionale definito con la legge 29 marzo 2016 con propri decreti di nomina e dopo le proteste degli Infermieri ed altre professioni, si accorge di aver licenziato, unitamente al Consiglio Regionale, una legge che nel suo articolato, inopportunamente, chiude la porta in faccia alla professione Infermieristica e a tante altre”. È questo il commento di Giuseppe Papagni, presidente Ordine Infermieri e Infermieri pediatrici della Bat e Saverio Andreula, presidente Ordine Infermieri e Infermieri pediatrici di Bari che, insieme hanno scritto una lettera allo stesso governatore ed al Consiglio Regionale chiedendo di riscrivere la legge. 
 
“La legge, nel suo articolato – hanno sottolineato i due presidenti - non solo evidenzia la responsabilità del Governatore Emiliano, ma mette in luce, la poca conoscenza del mondo politico e istituzionale dell’ordinamento che regola e disciplina la rappresentanza istituzionale delle professioni sanitarie. Gli Infermieri con gli Assistenti Sanitari, Logopedisti, e altre professioni per come è redatta la legge è uno schiaffo alle professioni sanitarie mortificate da Emiliano e dai Consiglieri Regionali della Puglia, poiché si sottrae alle stesse la legittimità a essere definite professioni sanitarie”.

“È proprio cosi – hanno incalzato Papagni e Andreula - Emiliano e il suo Consiglio Regionale, non si sono resi affatto conto, al netto dei pareri espressi dai propri uffici legislativi, che la legge, nella sua articolazione e negli effetti che produce, determina non solo l’esclusione della Professione Infermieristica ma anche l’esclusione di altre 12 (dodici) Professioni Sanitarie. La legge – hanno concluso - determina nei fatti una situazione di ‘cortocircuito’ tra la sua ‘ratio’, la motivazione politica e le normative di riferimento richiamate in premessa e nel merito dalla stessa legge, logicamente incompatibili”.

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