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Lunedì 15 GENNAIO 2018
Linfomi Non Hodgkin. Un manuale di radioterapia dalla Associazione Italiana di radioterapia Oncologica e Rete Ematologica del Lazio

Il documento, basato sull'elaborazione della letteratura, condiviso e redatto da radioterapisti oncologi ed ematologi impegnati sul campo, è finalizzato ad uniformare le indicazioni, le dosi e i volumi di radioterapia nei linfomi nodali ed extranodali.

L’Associazione Italiana di radioterapia Oncologica (AIRO) in collaborazione con la  Rete Ematologica del Lazio per i Linfomi (ReLLi), ha messo a punto un manuale di radioterapia per definire dosi e volumi nel vasto ed eterogeneo gruppo Linfomi Non Hodgkin (LNH).

Il documento, basato sull'elaborazione della letteratura, condiviso e redatto da radioterapisti oncologi ed ematologi impegnati sul campo, è finalizzato ad uniformare le indicazioni, le dosi e i volumi di radioterapia nei linfomi nodali ed extranodali.

“Fino agli anni 1970-80 la radioterapia è stata ampiamente utilizzata come terapia esclusiva nel linfoma non Hodgkin, con tecniche a campi estesi (Extended Field) e dosi di 40-50 Gy. Sebbene l’introduzione degli schemi polichemioterapici antraciclina-based e, recentemente, della immunoterapia, abbiano cambiato lo scenario terapeutico, la radioterapia ha comunque mantenuto un ruolo importante nel management terapeutico del linfoma non Hodgkin”, spiegano nella prefazione Mario Santarelli e Domenico Genovesi rispettivamente direttore UOC Radioterapia Oncologica Ospedale San Camillo de Lellis Rieti e direttore dell’Unità Operativa Complessa di Radioterapia Oncologica dell’Ospedale SS. Annunziata di Chieti.

“In questi ultimi anni si è assistito a un’importante evoluzione tecnologica della radioterapia”, aggiungono “In questo scenario in rapida evoluzione, l’elaborazione di un documento basato sulle evidenze in letteratura e condiviso da radioterapisti oncologi ed ematologi, al fine di uniformare le indicazioni, le dosi e i volumi di radioterapia nei LNH’s nodali e extranodali, risulta particolarmente utile nella pratica clinica quotidiana”.

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