quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 16 GENNAIO 2018
Visite di controllo e certificati di malattia. Ecco cosa non funziona



Gentile direttore,
anche la malattia degli impiegati pubblici è entrata in campagna elettorale insieme con le differenze di trattamento con i privati, imponendo una riflessione. Anziché prendere razionalmente atto che ai pubblici dipendenti viene applicato il principio di “presunzione di” colpevolezza, con una reperibilità giornaliera maggiore di 3 ore, viene cavalcata anche da alcuni organi di stampa l’ennesima “trovata” del Prof. Boeri, il quale sostiene che la mancata omogeneizzazione delle fasce di reperibilità, “potrebbe” causare una diminuzione del numero totale di controlli (quindi anche dei privati).
 
In realtà il decreto della Funzione Pubblica, introduce due novità che, a ragione, allineano, penalizzandone rispetto all’attuale, le norme dei controlli sugli statali rispetto ai lavoratori privati.

Viene infatti parificato dal 33% al 67%, come per gli altri lavoratori, il limite d’invalidità civile che esonera dalla visita, e viene abolito, come già in atto solo per i privati, la deroga al controllo per malattia conseguente ad infortunio sul lavoro. E allora, in cosa consisterebbe questo regime privilegiato?
 
Bisognerebbe interrogarsi in quanti casi gli imprenditori “suggeriscono” ai loro dipendenti di “marcare visita” quale ammortizzatore sociale per aziende malgestite e decotte, a spese della fiscalità generale.

Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.

In un Paese serio, lo Stato fisserebbe, come i Comuni con le contravvenzioni, un tot (es 10%) di controlli annui sul totale dei certificati di malattia di dipendenti pubblici e privati, con “regole d’ingaggio” uguali per tutti, magari appaltando il servizio, previa gara Ue, dopo aver fissato capitolato d’appalto e base d’asta.

E sempre in un Paese serio, anzi normale, si darebbe contezza all’opinione pubblica di questo mirabolante software “SAVIO” di ottimizzazione dell’effettuazione delle visite di controllo, ivi compreso, ovviamente, costi di acquisizione della licenza d’uso (se non autoprodotta), di manutenzione ed esercizio, e relative procedure di assegnazione.

Filippo Larussa
Vice Segretario Anaao Assomed Regione Calabria

© RIPRODUZIONE RISERVATA