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Martedì 16 GENNAIO 2018
Psicologia in farmacia. Un nuovo modello di aiuto

Il farmacista e lo psicologo, come figure centrali in un momento di forte disagio, possono, con il loro lavoro congiunto, rappresentare un aiuto concreto e costante non all’utente, ma alla persona. È questa la conclusione a cui sono giunti gli esperti del settore che si sono confrontati sull’argomento durante il convegno “La psicologia in farmacia”, organizzato dal Cnop, il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, e patrocinato dalla Fofi.

“La psicologia in farmacia”: è questo il titolo del convegno, organizzato dal Cnop e patrocinato dalla Fofi, ieri, presso la biblioteca del Senato. Al centro del dibattito, la necessità di modificare e ampliare il ruolo della farmacia, facendolo tendere verso una concentrazione di servizi all’utenza tra cui, uno dei più importanti è, appunto, fornire un supporto psicologico rapido, efficace e professionale.
 
I lavori si sono aperti con i saluti istituzionali di Fulvio Giardina, presidente Cnop, dell'onorevole Mario Marazziti, presidente Commissione Politiche Sociali della Camera, in rappresentanza del ministro Lorenzin la dott.essa Ciampalini, Vittorio Contarina vice presidente vicario Federfarma, e del presidente Aifa, Stefano Vella.
 
I relatori intervenuti sono stati Paola Esposito consulente del Cnop per la psicologia in farmacia, Giuseppe Guaglianone vice presidente Ordine Farmacisti di Roma, Arnaldo Cozzolino direttore generale Farmacap, Alessio Poli amministratore unico farmacie comunali Farcom, Venanzio Gizzi presidente Assofarm, Accursio Gennaro docente presso la Sapienza, Fiorella Palombo presidente Anpif.
 
Dal dibattito tra i presenti è emerso come il farmacista e lo psicologo in sinergia devono essere come “l’ufficio postale”, una presenza costante quale punto cardine per il benessere sia fisico, sia psicologico della persona. Tutti i professionisti intervenuti, hanno concluso che “con l’introduzione sistematica dello psicologo, si avrà un impatto positivo non solo sul benessere dell’utenza, ma anche sui costi della sanità pubblica; intercettare sul nascere il malessere, eviterà che da semplice disagio possa trasformarsi in patologia e quindi essere gestito come tale”.
 
Servirà un impegno congiunto degli ordini e dalle associazioni di categoria per stilare un protocollo idoneo per far si che tale sostanziale modifica di approccio al contesto farmacia, possa essere una realtà esportabile e fruibile in tutt’Italia; a tal proposito si segnala l’apertura di un tavolo tecnico congiunto che sarà l’inizio ufficiale di un cammino sinergico psicologo/farmacista.

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