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Venerdì 26 GENNAIO 2018
Lombardia. Siglato accordo integrativo per la medicina generale. Corti (Fimmg): “Ecco perché abbiamo firmato”

Incentivi per i medici disposti a coprire le zone carenti, possibilità di aumento dei massimali, retribuzione per la stesura del Pai i tre punti chiave. Accordo firmato da Fimmg e Snami ma non dallo Smi. Il vice segretraio nazionale della Fimmg Fiorenzo Corti spiega a Quotidiano Sanità perché il suo sindacato ha firmato l'accordo.

Una remunerazione extra di 6.000 euro all’anno per i medici di medicina generale che accetteranno l’incarico in una zona disagiata; la possibilità di incrementare fino a 1.800 assistiti il massimale per i medici che operino negli ambiti carenti e, infine, il riconoscimento che la redazione e gli aggiornamenti del Piano Assistenziale Individuale sia una prestazione aggiuntiva e pertanto retribuita con un compenso onnicomprensivo di 10€.

Sono questi i principali termini dell’Accordo Integrativo Regionale 2018 per i medici di medicina generale della Lombardia.

L’accordo è stato firmato ieri dai responsabili della direzione generale Welfare, delle Ats e, per i medici, dai rappresentati della Fimmg e dello Snami. Non ha sottoscritto l’accordo, invece, lo SMI.

“Siamo riusciti a portare all’interno del rapporto di convenzione tra Asl e medici il pagamento di una prestazione che è precipua del piano assistenziale individuale. Almeno per i colleghi che sono cogestori o gestori della presa in carico della patologia cronica”, ”dice Fiorenzo Corti, vicesegretario nazionale della Fimmg. “Lavoreremo comunque perché futuro questo tipo di attività (la redazione del Pai), ma anche il raccordo con tutte le strutture erogatrici diventi una competenza precipua di tutti i medici”, aggiunge Corti che precisa come i 12,8 milioni di euro destinati alla retribuzione dei medici per la redazione dei Pai “sono risorse aggiuntive vere”.

Anche la possibilità di aumento dei massimali non è cosa di poco conto per il vicesegretario Fimmg. E arriva in un momento storico particolare: “L’elevato numero di Mmg che sono cessati nel 2017 o cesseranno nel corso del 2018 - si legge nell’accordo - conferma e per un verso anticipa il trend progressivo di crescita delle cessazioni dovuto ai pensionamenti.  Tale situazione potrebbe diventare particolarmente critica soprattutto nei Comuni territorialmente disagiati”.

“Il comma 3 dell’articolo 39 dell’accordo collettivo nazionale ammette la possibilità di variazione del massimale individuale in situazioni di particolare necessità”, dice ancora Corti. “In questo caso, però, non lo si fa sic et simpliciter: l’aumento del carico assistenziale verrà affidato a colleghi che sono in grado di farsene carico, per esempio quelli che hanno una struttura con personale in studio”.

Infine, per quel che concerne i progetti di governo clinico, l’accordo prevede per l'anno in corso la partecipazione attiva dei medici di medicina generale alle campagne vaccinali, ai programmi di screening, ai programmi di individuazione degli assistiti a rischio cronicizzazione, alla prescrizione della protesica non personalizzata e iniziative di assistenza domiciliare per pazienti fragili.

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