quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 30 GENNAIO 2018
A quando le “quote arcobaleno”?



Gentile direttore,
si discute molto della drammatica questione delle quote rosa in politica e nelle Omceo, dove le donne sono in via d'estinzione nonostante la precedente presidenta Chersevani. Mi ha commosso anche leggere del dramma dei colleghi espulsi perché di religione ebraica, trattati come se appartenessero ad una razza subumana e prima ancora, per legge, impediti nell'esercizio della professione libera, della docenza e quant'altro.
 
Terribile anche l'esperienza vissuta dal collega straniero, forse perché nero, forse perché bellissimo, che è riuscito per fortuna ad arrivare alla cronaca quando discriminato da un paziente, durante una campagna elettorale che si farà ignomigniosamente anche sulla pelle dei migranti.

Queste discriminazioni orrende persistono, sottilli disomogenee, ma misurabili, anche verso un'altra Razza Ignota: quella dei medici LGBT (lesbiche, gay, bisesuali, transgender).

Pure le persone omosessuali vennero a soffrire per le leggi razziali, ma a noi questo non è stato ancora perdonato, e nessun medico LGBT è mai stato eletto finora, che io sappia, in nessuno dei cento Omceo. Forse è un record per qualsiasi minoranza.

Festeggiamo, come "Razza Ignota" il riconoscimento a Gennaio 2018 da parte dei colleghi della SIP, in occasione del convegno nazionale SIPS, che hanno finalmente e completamente riconosciuta la completa depatologizzazione dell'omosessualità. A Napoli hanno anche accettato diverse relazioni e poster sul tema, che hanno incluso gli interventi del Presidente WPA Dinesh Bhugra, del Presidente SIP Bernardo Carpiniello e del sottoscritto, in quanto Presidente AMIGAY.

Alcune colleghe, tornando al tema, lamentavano la mancanza di quote rosa, altre la mancanza di pari opportunità o discriminazioni in caso di gravidanza, ma i medici LGBT, anche le colleghe lesbiche, hanno raramente bisogno di chiedere maternità o di seguire una prole, eppure non emergono mai o peggio si nascondono, terrorizzati. Ed ho ricevuto moltissime testimonianze, rifiuti o perfino crisi di panico in mia presenza da parte dei pochi colleghi che sapevo essere LGBT. Le vessazioni e i maltrattamenti, anche da parte dei pazienti, ovviamente, le continuo a vivere ancora personalmente, ma siamo una Razza Ignota. Il nostro scopo è farci conoscere, non lamentarci, ma emergere e dire che le cose cambiano e che stanno decisamente migliorando.

Il mio è un appello a tutti i colleghi, di accogliere e riconoscere nella pratica la completa depatologizzazione dell'omosessualità, ma chiedo anche riconoscimenti istituzionali, come potrebbero essere le quote arcobaleno.

Mi rivolgo soprattutto ai colleghi LGBT affinché escano dal nulla e facciano due cose molto importanti per sè stessi, per gli altri colleghi LGBT e per tutte le persone LGBT italiane:

1) Fate Coming Out con serenità ed affrontate con gioia e orgoglio le relazioni con i pazienti ed i colleghi;
2) Fate Carriera, esponetevi, fate sindacato, scalate le associazioni mediche e scientifiche, per emergere nei ruoli dirigenziali ed istituzionali.
 
Ovviamente il mio è anche un appello per i medici e sanitari LGBT e Gayfriendly, a dare forza al nostro lavoro e a contattarci per creare una rete nazionale nel merit,o attraverso la nostra associazione AMIGAY.

Stare insieme è il modo migliore per fare emergere e supportare anche le prossime generazioni, oltre che la popolazione generale. E' questo è un dovere deontologico.

Manlio Converti
Psichiatra
Presidente AMIGAY

© RIPRODUZIONE RISERVATA