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Lunedì 05 FEBBRAIO 2018
Salute mentale. Qualcosa si muove



Gentile direttore,
accade talora che in successione e da fonti diverse siano date notizie che portano acqua allo stesso mulino, nello specifico quello della risposta di Salute Mentale. Rilegarle in un solo tomo serve a rafforzarne l’effetto e magari a fornire altri spunti utili ai più. Ho scoperto con piacere che esiste la SISISM (Società Italiana di Scienze Infermieristiche in Salute Mentale), fondata e presieduta da Andrea Gargiulo, della quale il 30 Gennaio 2018 ha scritto sulle pagine di Quotidiano Sanità Gianfranco Tamagnini.
 
Che venga sottolineata la formazione specialistica degli infermieri che operano nel settore, non può che incrociare felicemente il lavoro di chi ha sostenuto la necessità interdisciplinare in questo campo, e non solo, grazie a professionisti motivati e formati. Soprattutto, che si sottolinei il carattere anticipatorio che la Salute Mentale ha avuto, in virtù del lavoro di tutti gli operatori coinvolti -infermieri, appunto, psicologi, psichiatri, assistenti sociali, educatori professionali- rispetto ad altre branche specialistiche, è un messaggio che occorre ribadire.
 
Fu proprio la Salute Mentale a introdurre per prima il concetto di Salute in sostituzione di quello di Sanità: con una visione preventiva, interistituzionale, territoriale, in sostituzione di quella meramente curativa, sanitaria, ospedaliera; richiamandosi alla necessità di una medicina di iniziativa, specie per i soggetti non compliant; applicando pratiche interdisciplinari, per sostenere un progetto di vita nel disturbo cronico. Tracce che potranno disegnare il vero giro di boa per la presa in carico dei problemi di salute del cittadino a tutti i livelli e in ogni area, con la seguente cautela: evitare che gli specialismi facciano perdere di vista la necessità, per gli operatori della Salute, di mantenere una visione olistica e non smembrata della persona sofferente, di non cadere in una ignoranza di ritorno, vuoi pure relativa.
 

La scoperta di una formazione riconosciuta dell’infermiere della Salute Mentale ha incrociato, sulla stessa pagina di Quotidiano Sanità, l’annuncio di quanto sta per varare nel settore Antonio Saitta, assessore alla Sanità della Regione Piemonte. Vi si fa riferimento a un tavolo di confronto permanente tra i vari soggetti coinvolti -mi sono presa la libertà di dare per sottintesi gli operatori sanitari, non citati nell’elenco dei componenti di detto tavolo.
 
Le azioni consisterebbero, intanto, nella creazione di un budget personalizzato di Salute Mentale, che rinvia al testo della proposta di legge sul progetto di vita, a cura di Paolo Cendon, vale a dire alla crescita di una cultura progettuale e individualizzata per la riabilitazione del portatore di sofferenza psichica. Si sottolinea, inoltre, la creazione di un unico bilancio socio-sanitario regionale, per favorire la integrazione tra risposte sociali e sanitarie, alleanza organizzativa indispensabile nei servizi ad alta integrazione. Si preconizza, infine, un sistema di controllo qualitativo delle risposte fornite, possibile e non rinviabile.
 
La espressione forte utilizzata -“riforma della assistenza psichiatrica”- farà saltare sulla sedia taluni. I contenuti avanzati, in realtà, prefigurano un monitoraggio oggettivo del valore della risposta, la creazione di reti organizzative di natura economica, la mai abbastanza ricordata indicazione di un piano di lavoro personalizzato in Salute Mentale. Aspetti difficilmente contestabili da chiunque.    

Gemma Brandi
Psichiatra psicoanalista

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