quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 06 FEBBRAIO 2018
Entro il 2030 i vaccini salveranno 36 milioni di vite ed eviteranno la povertà per 24 milioni di persone

Uno studio internazionale ha valutato l’impatto dei vaccini su una variabile spesso trascurata: l’impoverimento dovuto alle spese sanitarie. Un fenomeno che ogni anno riguarda 150 milioni di persone. Gli effetti più grandi nella riduzione della mortalità sono prodotti dal vaccino contro il morbillo: 22 milioni di decessi evitati in 15 anni.

Entro il 2030 le vaccinazioni non soltanto salveranno circa 36 milioni di vite, ma contribuiranno a prevenire l’impoverimento a causa delle spese sanitarie per 24 milioni di persone nei Paesi a basso reddito.

È questo il risultato di uno studio condotto da un team di ricerca internazionale e pubblicato sulla rivista Health Affairs che ha valutato l’impatto economico e sanitario dei vaccini per 10 malattie in 41 Paesi in via di sviluppo.

“I vaccini non salvano solamente vite umane, ma hanno anche un enorme impatto economico sulle famiglie, sulle comunità e sul sistema finanziario,” ha affermato Seth Berkley, CEO di Gavi, the Vaccine Alliance una delle organizzazioni che ha partecipato alla ricerca. “Un bambino in salute ha molte più possibilità di frequentare la scuola e, in futuro, diventare un membro produttivo della società, mentre le famiglie possono evitare i costi spesso opprimenti che derivano dalla cura delle malattie. Come dimostra questo importante studio, ciò basta per salvare milioni di persone dalla miseria di uno stato di estrema povertà. Per realizzare quest’aspirazione, ora dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi affinché ogni bambino, indipendentemente dalle sue origini, abbia accesso alle vaccinazioni necessarie.”

Ogni anno, spese sanitarie non previste trascinano 150 milioni di persone verso una condizione di povertà, rendendo così l’impoverimento dovuto a costi medici una delle principali cause di abbassamento della disponibilità economica delle famiglie sotto la soglia di povertà stabilita dalla Banca Mondiale, con un’entrata giornaliera inferiore a 1,90 dollari.

Secondo lo studio, il più forte impatto derivato dai vaccini consisterà nella riduzione dei casi di povertà causati dall’epatite b, aiutando così un numero stimato di 14 milioni di persone a evitare l’impoverimento dovuto a spese sanitarie. Si prevede che i vaccini ridurranno in maniera rilevante anche situazioni di povertà dovute a malattie come il morbillo e la meningite, evitando il presentarsi di rispettivamente 3 e 5 milioni di casi, mentre il vaccino contro il Rotavirus sarà in grado di prevenire 242.000 casi di povertà.

Sul fronte della mortalità, invece, si stima che il vaccino per il morbillo sarà quello che contribuirà a evitare il maggior numero di decessi: 22 milioni su 36 milioni di decessi evitati.

Lo studio, finanziato dalla Bill & Melinda Gates Foundation, ha coinvolto alcune dei più importanti centri di ricerca al mondo: la Harvard T.H. Chan School of Public Health, l’Erasmus School of Economics, l’University of Washington, la London School of Hygiene and Tropical Medicine, la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, l’Imperial College London, il Kaiser Permanente Washington Health Research Institute, la Bill & Melinda Gates Foundation e Gavi-the Vaccine Alliance.

© RIPRODUZIONE RISERVATA