quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Venerdì 09 FEBBRAIO 2018
Contratto medici e dirigenti sanitari. Anaao: “Ora tocca all’Aran. La nostra pazienza è ormai esaurita”

Questo il commento del segretario nazionale Costantino Troise. "Bene ha fatto il Ministro della salute a sollecitare l'Aran a non più indugiare, bene farebbe il Ministro della funzione pubblica, cui l'Aran è funzionalmente collegata, ad attivarsi sollecitamente nello stesso senso. Ci sono voluti fiumi di parole, assemblee, sit-in, scioperi semplicemente per raggiungere la linea di partenza. A questo punto, però, le responsabilità sono chiare".

"Dopo un valzer durato 4 mesi, il rinnovo del Ccnl della dirigenza sanitaria 2016-2018 sembra arrivato ai nastri di partenza. Ieri il Comitato di settore ha trasmesso, formalmente e finalmente, l'atto di indirizzo all'utilizzatore finale, cui tocca ora convocare le parti ed avviare la trattativa cercando di recuperare l'evidente ritardo. Infatti la dirigenza medica e sanitaria è stata scientemente messa in lista d'attesa, mentre la fase preelettorale favoriva la chiusura dei contratti di molti settori del pubblico impiego, il personale del comparto sanità stipulava una pre-intesa ed anche la convenzione della medicina generale si avviava su un binario prossimo alla conclusione". Questo il commento del Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise.
 
"Il lungo blocco contrattuale, adottato per via legislativa da governi di vario colore e prolungato per via omissiva dai titolari della trattativa, ha provocato danni ingenti ai medici ed ai dirigenti sanitari, alle loro condizioni di lavoro, ai livelli retributivi e previdenziali, ma anche ai cittadini per i quali l'accesso alle cure pubbliche diventava sempre più difficile stante la carenza e la demotivazione delle risorse professionali. Bene ha fatto il Ministro della salute a sollecitare l'Aran a non più indugiare, bene farebbe il Ministro della funzione pubblica, cui l'Aran è funzionalmente collegata, ad attivarsi sollecitamente nello stesso senso", prosegue.


"Non è stato semplice, in un Paese in cui i diritti del lavoro si sono eclissati insieme a quello alla salute. Ci sono voluti fiumi di parole, assemblee, sit-in, scioperi semplicemente per raggiungere la linea di partenza. A questo punto, però, le responsabilità sono chiare e la nostra pazienza è ormai esaurita", conclude Troise.

© RIPRODUZIONE RISERVATA