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Lunedì 12 FEBBRAIO 2018
Carenza medici di medicina generale, un’emergenza annunciata



Gentile Direttore,
il tempo passa inesorabilmente e, come facilmente prevedibile, il Sistema Sanitario Nazionale e la Medicina Generale saranno investiti nei prossimi anni da una ondata di pensionamenti senza precedenti (anch’essi già quantificati e quantificabili da tempo). Una programmazione coscienziosa avrebbe, calcolatrice alla mano, provveduto a formare un numero di specialisti e di Medici di Medicina Generale adeguati alle necessità; teniamo conto che , di fronte alla carenza di specialisti, ci sono decine di migliaia di medici abilitati che non possono accedere alle Scuole di Specializzazione e alla Medicina Generale visto l’esiguo numero di borse disponibili (come abbiamo denunciato più volte, anche sulle colonne di questo giornale).
Purtroppo di fronte alla totale carenza di programmazione ci troviamo di fronte ad una “emergenza”. Emergenza non è forse la parola più esatta visto che presuppone una “circostanza improvvisa” un “evento imprevedibile”. L’emergenza presuppone anche di agire con risolutezza per risolvere il problema che, in questo caso, sarebbe la drammatica carenza di medici.

La diagnosi è pertanto chiara a tutti: abbiamo troppi pochi specialisti e troppi pochi medici di Medicina Generale; la terapia è lapalissiana: bisogna formare più MMG e più specialisti, oltre chiaramente a ricominciare ad assumerli per permettergli l’ingresso nel Sistema Sanitario Nazionale.

La terapia non sarà breve visto che, come è noto, per formare un medico specialista sono necessari dai quattro ai cinque anni, mentre per la formazione di un medico di Medicina Generale gli anni necessari ammontano a tre; per cui, se agiamo oggi, vedremo qualche risultato tra tre o cinque anni, posto che si ricomincino a bandire concorsi con un ritmo pari o superiore a quello dei pensionamenti.

Visto il clima elettorale, in cui la sanità è stata derubricata a questione da tecnici, approfittiamo delle righe di questo giornale per avanzare una proposta, e per capire chi ci sta.

La vogliamo formulare con chiarezza: “Siete disposti a impegnarvi per aumentare di almeno duemila unità le borse di studio per le scuole di specializzazione e di almeno mille unità le borse per l’accesso alla Medicina Generale, indicando le coperture economiche dell’operazione?”

Il tema è cruciale; perché qualcuno, di fronte all’emergenza, potrebbe pensare a scorciatoie, magari guardando al passato e riaprendo le porte del sistema sanitario nazionale ai non specialisti o allargando le maglie per la convenzione dei MMG. Sarebbe, sia chiaro, una toppa peggiore del buco.
Attendiamo risposte dai vari candidati per chiarire e chiarirci le idee in vista del quattro marzo.
 
Marcello Petrini
Coordinatore Nazionale Giovani Medici CISL

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