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Martedì 13 FEBBRAIO 2018
Nuovo direttore del Laboratorio di Bioscienze dell’Irst di Meldola: è Massimiliano Bonafè

Bonafè, docente di Patologia generale presso Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell'Università di Bologna, succede a Daniele Calistri alla guida di quello che è il cuore pulsante degli studi e della diagnostica genetico-molecolare dell’Istituto.
 


Massimiliano Bonafè è il nuovo direttore del Laboratorio di Bioscienze dell’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (Irst) di Meldola.

Bonafè, docente di Patologia generale presso Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell'Università di Bologna, succede a Daniele Calistri alla guida di quello che è il cuore pulsante degli studi e della diagnostica genetico-molecolare dell’Istituto.

“Al dottor Calistri, che resterà alla guida di parte importante delle attività del laboratorio, va il nostro ringraziamento per l’impegno e le capacità dimostrate in questi mesi di direzione; un compito non semplice, svolto con grande dedizione e che ha permesso al nostro laboratorio di raggiungere obiettivi importanti in termini di ricerca e diagnosi”, ha affermato in una nota la direzione Irst.

“In qualità di professore di patologia generale, ovvero in quella branca sperimentale della medicina che si occupa di studiare le cause e i meccanismi comuni alle malattie, l’opportunità di lavorare in un Laboratorio che ha un’impostazione traslazionale è indubbiamente una grande sfida”, ha affermato in neo direttore Bonafè. “Applicare le mie conoscenze di base in ambito oncologico farà sì che il mio impegno qui sia una sorta di gemmazione di un’attività sperimentale che sto portando avanti da anni in Università”.
 
L’attività del Laboratorio s’inserisce ed è funzionale alle progettualità definite nelle Linee di ricerca dell’Istituto. “Ci sono grandi tematiche come, ad esempio, quelle che riguardano l’invecchiamento della popolazione; che non è una mera problematica geriatrica ma intercetta la necessità di decifrare i meccanismi che portano il nostro corpo ad essere sempre più ospitale per i tumori”, dice ancora Bonafè. “Quasi tutte le neoplasie hanno un’incidenza e una prevalenza legate, talvolta in maniera esponenziale, all’età. Studiare la biologia dell’invecchiamento declinata su quella dei tumori, significa capire come affrontare in maniera più efficace le neoplasie, intervenendo in parallelo alle modifiche del nostro corpo. Dentro questa grande tematica c’è un’altra nicchia di ricerca, quella che riguarda l’importanza del microambiente circostante il tumore per sua crescita.”

E ancora, illustra Bonafè: “Legato a invecchiamento e microambiente c’è il cosiddetto esposoma: lo studio di come, tutto ciò cui siamo esposti, dai virus all’inquinamento, interagisca sull’evoluzione biologica e sulla malattia. Un orizzonte che ancora dev’essere tradotto in modelli biologici e scientifici. Si tratta di uno sforzo enorme, per cui non basta un singolo ricercatore per quanto geniale o una strumentazione all’avanguardia: ci vogliono un laboratorio, collaborazioni e multidisciplinarietà. La scienza dell’uomo solo al comando è un retaggio del passato”, conclude. “Senza organizzazione e multidisciplinarietà la ricerca biomedica non esisterebbe.”
 

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