quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 14 FEBBRAIO 2018
Alzheimer. Un GPS per ritrovare chi si è smarrito. Toscana prima regione a dotarsi di un protocollo

Assicurare a pazienti e familiari tutta l’informazione e l’assistenza necessarie per utilizzare questa opportunità e un centro per il monitoraggio 24 ore su 24, 7 giorni su 7, al quale rivolgersi quando il proprio caro dovesse smarrirsi. E’ ciò che prevede il protocollo firmato lo scorso 2 febbraio dall’Assessorato regionale al Diritto alla salute, dalla Prefettura di Firenze, dall’AIMA- Associazione Italiana Malattia di Alzheimer e da Penelope onlus.

Dotare i pazienti con disturbi cognitivi da Alzheimer di un semplice dispositivo GPS per localizzarli in caso di smarrimento e consentire ad una centrale operativa di rintracciarli e soccorrerli. Assicurare a pazienti e familiari tutta l’informazione e l’assistenza necessarie per utilizzare questa opportunità e un centro per il monitoraggio 24 ore su 24, 7 giorni su 7, al quale rivolgersi quando il proprio caro dovesse smarrirsi. E’ ciò che prevede per grandi linee un protocollo, il primo di questo genere, firmato lo scorso 2 febbraio dall’Assessorato regionale al Diritto alla salute della Regione Toscana, dalla Prefettura di Firenze, dall’AIMA- Associazione Italiana Malattia di Alzheimer e da Penelope onlus.

L’apparecchio, che potrà essere indossato dalla persona con decadimento cognitivo, sarà messo a disposizione gratuitamente e affidato in comodato d’uso a pazienti e familiari, che dovranno limitarsi esclusivamente a dotarsi di una sim card per il suo funzionamento. In caso di smarrimento, i familiari potranno avvertire un centro di monitoraggio, attivo h24, in grado di localizzare la persona scomparsa e di attivarne la ricerca con l'intervento delle forze di polizia, coordinate dalla Prefettura, e del servizio sanitario.

Le difficoltà di orientamento, a partire dalle prime fasi del decadimento cognitivo collegato ad una demenza rappresentano, come è noto, un rischio non irrilevante, e contribuiscono a rendere più pesante l’impatto sociale della malattia. L’incapacità di ritrovare la strada di casa, o di sapere esattamente dove ci si trova, può mettere a rischio l'incolumità di queste persone, talvolta anche la vita, oltre che la serenità delle loro famiglie. Le tecnologie possono rappresentare, quindi, un aiuto importante.
 
App, bracciali, orologi ed etichette che utilizzano il sistema di localizzazione GPS offrono ormai una vasta gamma di possibilità per la protezione di pazienti con decadimento cognitivo, e possono essere scelti in maniera da tenere massimamente presenti le esigenze della persona e dei familiari, comprese le garanzie di sicurezza rispetto alla necessità che questi strumenti siano costantemente indossati, per ovvie ragioni.

Tra gli elementi qualificanti del protocollo, la collocazione dell’utilizzo della tecnologia GPS all’interno del percorso di presa in carico del paziente e della relazione con caregiver e familiari. E’ prevista una valutazione di appropriatezza d’intesa, laddove possibile, con lo stesso paziente e nel massimo rispetto della sua privacy, oltre che con i caregiver. L’assegnazione di un dispositivo di geolocalizzazione non può prescindere, infatti, dalla valutazione attenta delle capacità e dei bisogni della persona, anche in relazione alla qualità della rete che lo ha preso in carico. Su questi aspetti è necessaria, inoltre, la massima chiarezza su finalità, valore e limiti dello strumento e del suo utilizzo, che vanno condivisi con i caregiver.

Non a caso il protocollo è stato firmato a breve distanza dalla adozione da parte della Regione Toscana di un piano regionale contro le demenze, e si inserisce a pieno titolo nelle politiche messe a punto per contrastare l’elevato impatto sociale di questa malattia. Il piano concentra la propria attenzione, tra l’altro, sulla presa in carico integrata del paziente e della sua famiglia e sull’organizzazione di una rete socio-sanitaria integrata di sostegno. Tra gli obiettivi, la creazione di una rete di servizi che non lascino mai soli paziente e familiari, e la crescita della consapevolezza della comunità sulle demenze e sul loro impatto sociale.

In Toscana i casi di demenza sono circa 86 mila, 23 mila dei quali in provincia di Firenze, mentre i pazienti con Alzheimer sono 47 mila.
 
Stefano A. Inglese 

© RIPRODUZIONE RISERVATA