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Venerdì 23 FEBBRAIO 2018
Psiche. Auto-compassione per gestire i propri fallimenti

Perfezionismo e fallimenti, due concetti che proptio non vanno d’accordo e che scatenano sintomi depressivi o di esaurimento in chi ne vive il conflitto. La soluzione sarebbe nell’imparare ad affrontare gli insuccessi con sentimenti di auto-compassione. Un esercizio che, quanto più è precoce, più è utile

(Reuters Health) – Imparare ad affrontare i propri fallimenti con gentilezza e auto-compassione sarebbe la soluzione, per perfezionisti, di evitare di andare incontro a sintomi di esaurimento e depressione. È quanto emerge da un piccolo studio coordinato da Madeline Ferrari, dell’Australian Catholic University di Strathfield. I risultati sono stati pubblicati su PLoS One. Secondo gli autori, mentre è giusto sforzarsi di raggiungere risultati elevati, esiste una forma di perfezionismo ‘disadattativo’ che include autocritica, paura di sbagliare e preoccupazione per le valutazioni negative da parte degli altri. La letteratura ha spesso legato questa forma negativa di perfezionismo a un aumento del rischio di depressione.

Lo studio
Per valutare questo aspetto, Ferrari e colleghi hanno inviato dei questionari ad hoc, in forma anonima e volontaria, a mille tra adolescenti e giovani. In particolare, 541 erano adolescenti di età compresa tra sette e dieci anni di cinque scuole private, di cui circa otto su dieci erano ragazze, e 515 erano giovani di età compresa tra 18 e 72 anni, di cui sette su dieci erano donne. Le domande valutavano i livelli di perfezionismo, depressione e auto-compassione. Dai risultati è emerso che, effettivamente, ci sarebbe una forte relazione tra perfezionismo disadattativo e depressione, sia tra gli adolescenti, siatra gli adulti. Ma tra le persone con alti livelli di auto-compassione, il legame tra perfezionismo e depressione sarebbe disgiunto.

Le osservazioni
Tra i limiti dello studio, in realtà, ci sarebbe il fatto che, dal momento che entrambi i gruppi avevano una percentuale nettamente superiore di donne, i risultati potrebbero essere diversi se applicati agli uomini. Inoltre, secondo gli stessi autori, sarebbero necessarie ulteriori ricerche con un intervento attivo a livello di auto-compassione per vedere se questo atteggiamento vada effettivamente a ridurre il rischio di depressione. “Il nostro studio si aggiunge a quelli che hanno già dimostrato che abbracciando i nostri errori, i nostri fallimenti e la nostra vulnerabilità, diventiamo più resistenti”, ha spiegato Ferrari. E questo dovrebbe essere un sollievo per i genitori, ha aggiunto. “Notate le tendenze al perfezionismo nei bambini. Non deve essere motivo di panico, ma deve rappresentare un’opportunità per insegnare l’auto-compassione, specialmente quando le prestazioni di un bambino non lo soddisfano”.

Secondo Serena Chen, dell’Università della California di Berkeley, che non era coinvolta nello studio, il perfezionismo, la depressione e l’auto-compassione sono tutti correlati, ma non è chiaro come si influenzano. “Forse la depressione porta le persone a essere perfezioniste o forse le persone perfezioniste hanno una minore auto-compassione”, dice l’esperta.

Fonte: PLoS One

Cheryl Platzman Weinstock

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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