quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 26 FEBBRAIO 2018
Clima, ambiente e ripercussioni sulla salute umana. Ecco perché l’Italia può diventare un laboratorio mondiale per la ricerca 

Per lo studio degli effetti dei cambiamenti climatici e ambientali del pianeta, l’Italia va considerata un vero è proprio laboratorio di ricerca, per la sua posizione geografica e l’estensione longitudinale, l’estrema eterogeneità meteo-climatica, lo stato diffuso di inquinamenti post-industriali, unito a una vulnerabilità idro-geologica e sismica. A livello nazionale è stata condotta una ricerca intersettoriale e multidisciplinare che ha portato all’elaborazione del primo Who Unfccc Climate and health country profile for Italy. Il 6 marzo un convegno a Roma

Nel 2017 una regione su tre in Italia ha richiesto al governo centrale la dichiarazione di stato di emergenza a causa della scarsità di acqua; crisi idro-potabili hanno colpito realtà mai interessate nella loro storia da problemi di approvvigionamento, come nel caso di Roma, mettendo così in pericolo l’accesso all’acqua, uno dei fondamenti della prevenzione sanitaria collettiva, a garanzia dei servizi igienico-sanitari.

Un recente studio internazionale indica l’Italia tra i paesi al mondo a più alto rischio di mortalità per ondate di calore. Recentemente, in alcune parti d’Italia, abbiamo sperimentato l’instaurarsi di focolai di malattie esotiche, veicolate da insetti e zanzare come West Nile e Chikungunya, per cui il rischio d’insorgenza di queste patologie, fino a ieri localizzate in zone climatiche tropicali o subtropicali, è in crescita.

Ci sono prove concrete di pericoli per i volumi e la qualità delle produzioni agricole, per la sicurezza alimentare, per l’equilibrio degli ecosistemi terrestri, la biodiversità, fattori questi che contribuiscono anche a alimentare le ondate migratorie. L'inquinamento atmosferico, uno dei fattori su cui i cambiamenti climatici incidono più pericolosamente, è da tempo a livelli di allarme nella maggior parte delle principali città italiane, per la frequenza e i livelli di superamento dei limiti di sicurezza, raccomandati dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), a protezione della salute umana. Ciò comporta un aumento di infezioni delle vie aree, di malattie cardio-vascolari e ictus, bronco pneumopatie cronico-ostruttive e tumori.
 
Ogni anno, in Italia, più di 30mila morti sono attribuibili a inquinamento atmosferico e la pur significativa riduzione delle emissioni, degli ultimi dieci anni, non sempre si è tradotta in una proporzionale diminuzione delle esposizioni, soprattutto nelle aree del paese caratterizzate da variabili geografiche e meteo-climatiche sfavorevoli.

Preoccupanti sono, d’altra parte, gli effetti dei cambiamenti climatici nell’ambiente marino, che incidono seriamente sugli ecosistemi acquatici e sulla biodiversità - anche per l’ingresso di specie aliene - e sulla dispersione dei contaminanti in fondali e coste; effetti che si correlano anche all’esposizione umana attraverso la balneazione e il consumo di prodotti della pesca. L’innalzamento del livello dei mari e le alterazioni idrodinamiche negli acquiferi superficiali e sotterranei stanno causando massive intrusioni saline nelle falde di acque dolci. Tali impatti, uniti a forti pressioni antropiche costiere, hanno conseguenze difficilmente prevedibili sui rischi socio-sanitari, considerando che da oltre 8.000 km di coste marine derivano anche risorse economiche fondamentali, specialmente nelle piccole isole e nelle aree più svantaggiate.
 
Riguardo gli effetti dei cambiamenti climatici e ambientali, l’Italia va considerata un vero è proprio laboratorio di ricerca, per la sua posizione geografica – nel mezzo del bacino Mediterraneo – l’estensione longitudinale, le peculiari caratteristiche orografiche e idrografiche, l’estrema eterogeneità meteo-climatica, lo stato diffuso di inquinamenti post-industriali, unito a una vulnerabilità idro-geologica e sismica intrinseca.
 
I dati indicano un’intensificazione delle minacce per la salute della nostra popolazione, se non verranno intraprese azioni specifiche di prevenzione, coordinate con le politiche e le strategie nazionali di mitigazione e di adattamento guidate in Italia dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), anche attraverso la "Strategia Nazionale” e il “Piano Nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici”, in corso di elaborazione. Fondamentale quindi è che i responsabili delle politiche sanitarie, il mondo della ricerca, le autorità ambientali e di altri settori, lavorino insieme, a livello locale e globale, nella costruzione di una strategia e di azioni per prevenire e combattere problemi di straordinaria complessità e estensione, che stanno già avendo effetti nel nostro paese.
 
Al riguardo, il prossimo 6 marzo il Ministero della Salute, l'Istituto Superiore di Sanità e l'OMS organizzano un workshop sugli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute in Italia. L’incontro, il primo di questo genere, evidenzia e conclude l’impegno transdisciplinare e multidisciplinare che ha ispirato il progetto “Effetti sulla salute dei Cambiamenti Climatici nella Vision“Planetary Health", finanziato dal Ministero della Salute. La dimensione della “Planetary Health”, che lega indissolubilmente salute dell’uomo e salute ambientale, promossa dalla prestigiosa rivista scientifica Lancet e dalla Fondazione Rockfeller, è considerata l’evoluzione più moderna della scienza della prevenzione, a supporto di un indispensabile potenziamento delle politiche di adattamento e dell’incremento della resilienza dei sistemi di protezione della salute ai cambiamenti climatici e ambientali che stanno interessando la nostra epoca.
 
Su questa linea il progetto ha coinvolto più di 40 esperti scientifici di 12 istituzioni di sanità pubblica, di climatologia, di studio degli ecosistemi, con la partecipazione del MATTM, attraverso il coordinamento del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità e la collaborazione dell’OMS.
 
Importante esempio di azioni concrete, il progetto ha supportato il programma G7/SALUTE in cui la Presidenza italiana ha dimostrato che il nostro paese è pronto ad assumere un ruolo di guida, fondato sull’evidenza scientifica, riguardo le più complesse questioni sanitarie e ambientali che il nostro pianeta sta affrontando. Per questo sono stati interpellati scienziati e esperti di tutto il mondo che hanno fornito conoscenze coerenti, recepite nella Dichiarazione finale dei Ministri della Salute del G7 nel novembre scorso.
 
Con la dichiarazione di Milano, il consumo delle risorse, i cambiamenti climatici e il degrado ambientale, la resistenza agli antibiotici, sono stati per la prima volta messi al centro delle politiche sanitarie, in coerenza con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, impegnando tutti i leader ad adottare azioni incisive e coerenti, in campo nazionale e internazionale, per lavorare con gli altri settori a protezione della salute umana e degli ecosistemi dalla minaccia dei cambiamenti climatici e ambientali.
 
A livello nazionale è stata condotta un’estesa analisi e ricerca intersettoriale e multidisciplinare, con il supporto della OMS e della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) che ha portato all’elaborazione del primo WHO UNFCCC Climate and health country profile for Italy. In coerenza con la strategia, che ispira l’azione di WHO e UNCCC nelle interazioni con i governi dei diversi paesi per definire i Profili dei Paesi su clima e salute, il documento Italiano, che sarà presentato nel workshop del 6 marzo prossimo, traccia il quadro di conoscenze e fornisce dati attuali e scenari futuri su cambiamenti climatici e salute nelle aree di impatto più rilevanti quali l’inquinamento atmosferico, le ondate di calore, le risorse idriche e la gestione dell’acqua, le malattie infettive e da vettori, la produzione primaria e la sicurezza alimentare, le migrazioni, gli ecosistemi e la biodiversità, anche in ambienti urbani.
 
Il Country profile rappresenta una base originale e scientificamente solida, per far crescere la consapevolezza dei cittadini e dei decisori, indurre azioni educative e di integrazione delle politiche di sorveglianza e risposta rapida alle emergenze, aumentare la resilienza dei sistemi socio-sanitari e ambientali per una prevenzione “olistica” finalizzata ad azioni comuni per la protezione della salute umana e del pianeta. I risultati e le strategie delineate nel profilo del paese italiano serviranno anche come documento base per la prossima Conferenza globale dell’OMS sull'inquinamento atmosferico e la salute, in previsione a Ginevra il 30 novembre e 1 ottobre 2018.

Un approfondimento degli studi italiani su clima, ambiente e salute, con casi studio sito-specifici è tuttora in corso; entro l’anno sarà presentato un rapporto con i contributi dei partners del progetto e di altri portatori di conoscenza.
 
Aldo Di Benedetto – Dirigente Medico. Direzione Generale Prevenzione Sanitaria. Ministero della Salute
Luca Lucentini – Direttore Reparto Qualità dell’acqua e salute. Istituto Superiore di Sanità
Maria Neira – WHO Director for the Department of Public Health, Environmental and Social Determinants of Health

 
 
Links e allegati:

WHO UNFCCC - Climate and Health Country Profile Project:
http://www.who.int/globalchange/resources/countries/en/

 
Link al workshop - Effetti sulla salute dei cambiamenti climatici nella Vision “Planetary Health”:
http://www.iss.it/form/index.php?lang=1&tipo=5&a=convegni
www.iss.it/binary/ampp/cong/Mod._B5_backoffice_finale_Programma_evento_114D18.pdf
www.iss.it/binary/ampp/cong/13._Lucentini_Mod._B2_Scheda_informativa_6_03_4.pdf 

© RIPRODUZIONE RISERVATA