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Lunedì 19 MARZO 2018
Ossigeno ozono terapia. Foad Aodi (Omceo Roma): “Serve un registro, collaborazione interprofessionale, ricerca e attività scientifica”

Il consigliere dell’Ordine di Roma è intervenuto in apertura di un convegno promosso dalla Società Italiana di Ossigeno Ozono Terapia (Sioot). Bartoletti: “L’Ossigeno ozono terapia è un bagaglio terapeutico importante; speriamo possa avere la giusta valenza grazie al supporto scientifico”. Franzini (Sioot): “Ci aspettiamo dal Ministero della Salute che la Sioot venga inserita tra le Società scientifiche”.

‘Innovazione e condivisione per crescere’ il tema al centro del V Congresso internazionale della Società Italiana di Ossigeno Ozono Terapia (Sioot), che si è svolto dal 16 al 18 Marzo a Roma, presso la Pontifica Facoltà Seraphicum, rivolto ai medici, per approfondire le potenzialità di questo gas medicale. Un congresso a cui hanno preso parte anche i rappresentanti dell’Ordine dei Medici di Roma.

“Questo congresso internazionale, dove si incontrano tanti colleghi che si occupano di ossigeno ozono terapia, sia italiani che di origine straniera, è un momento di confronto per fare il punto su questa pratica clinica”, ha dichiarato Foad Aodi, fisiatra, consigliere dell’Ordine di Roma e Presidente dell’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (Amsi). Nel suo intervento Aodi ha proposto una maggiore collaborazione interprofessionale tra tutte le figure: medici, fisiatri, ortopedici, neurochirurghi, reumatologi, chirurghi vertebrali e fisioterapisti rispettando il ruolo di ognuno. In secondo luogo, ha rilanciato il patto #UnitiperlaRiabilitazione e la proposta di istituire un registro per tutti i colleghi che applicano l’ossigeno ozono terapia, come è stato fatto con i medici estetici. “Il registro è rivolto a chi già applica questa pratica e collabora alla sua ottimizzazione con i colleghi, sia a chi vuole apprenderne l’utilizzo. I requisiti per chi già è pratico di ozono terapia potrebbero essere: aver esercitato negli ultimi tre anni attività di ossigeno ozono terapia in una struttura con certificazione del direttore sanitario; aver seguito corsi e congressi di aggiornamento in ossigeno ozono terapia certificati; aver svolto attività scientifica di ricerca in ossigeno ozono terapia o una docenza sul tema”.

“La Sioot - ha spiegato ancora Aodi - ha chiesto la collaborazione dell’Omceo Roma, della Fimmg Roma, dell’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (Amsi), della Confederazione Internazionale Unione Medica Euro Mediterranea (Umem) e del Movimento Internazionale Uniti per Unire, per istituire un protocollo di intesa che ci consenta di intensificare la collaborazione nella ricerca e l’attività scientifica e spingerci oltre i confini del nostro Paese con l’ossigeno ozono terapia. In questo modo contrastiamo anche quella ricerca e attività professionale fai da te che può danneggiare medici e pazienti”.

“Un dato sicuramente molto importante - ha aggiunto Aodi - è che in Italia - vista la riabilitazione all’avanguardia, ad esempio per le patologie della colonna vertebrale, e nello specifico per l’ernia del disco - gli interventi si sono ridotti molto rispetto a 10 anni fa, parlerei del 65-70% di interventi in meno. Questo grazie anche alla preparazione di tutti, all’impegno dei neurochirurghi, degli ortopedici e dei chirurghi della colonna vertebrale che collaborano di più con i fisiatri, con i medici esperti e legittimati in fisiatria, con i fisioterapisti e con tutti coloro che si occupano di riabilitazione: ha un grande risparmio per il SSN e se il paziente riesce a risolvere la patologia vertebrale senza ricorrere a un intervento chirurgico è una vittoria per tutti”.

“L’Ossigeno ozono terapia è un bagaglio terapeutico importante; speriamo quindi che possa avere la giusta valenza grazie al supporto scientifico”, ha affermato Pier Luigi Bartoletti,componente del Comitato Centrale della Fnomceo, vicepresidente dell’Ordine di Roma e vice Segretario Generale della Fimmg.

“La Sioot – ha proseguito - è una società che lavora in base a protocolli definiti. Sottolineo ancora che è fondamentale la collaborazione fra gli operatori del settore, perché con questa pratica clinica si vanno ad affrontare una serie di patologie degenerative a cui lavorano più figure professionali, ed è soltanto attraverso un lavoro d’equipe che si riesce a migliorare sia la terapia che l’assistenza ai pazienti”.

“L’ossigeno ozono terapia - ha dichiarato Marianno Franzini, Presidente Sioot -, si caratterizza per tre funzioni principali che ne fanno una grande medicina del futuro: è biologica, naturale e non presenta controindicazioni. E’ un antibatterico, un antivirale totale, quindi le patologie legate ai virus, ai batteri e ai funghi vengono debellate. Compaiono tra le applicazioni cliniche raccomandate: tutte le patologie di origine virale e batterica, le insufficienze venose, le arteriopatie periferiche, disbiosi, coliti e ulcere gastriche, le infezioni uroginecologiche, le malattie neurovegetative, l’asma, la rinite allergica, le patologie muscolo-scheletriche, le ernie, le coxartrosi, la fibromialgia e la Cfs o sindrome da stanchezza cronica”.

“Dal punto di vista normativo - ha concluso Franzini - ci aspettiamo dal Ministero della Salute che la Sioot venga inserita tra le Società scientifiche, perché sarà un punto fermo molto importante sulle linee guida e sui protocolli che speriamo vengano unificati, non solo in Italia, ma nel mondo”.

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