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Martedì 08 GIUGNO 2010
La cura del Ssn? Meno tagli e più programmazione

La manovra economica è “necessaria” ma in sanità i tagli “contabili” non sempre producono veri risparmi. E poi colpiscono sempre la farmaceutica, che è il capitolo di spesa più virtuoso.
Queste, in sintesi, le conclusioni di un convegno bipartisan organizzato a Roma da Fare Futuro e ItalianiEuropei.


Interrogarsi sui grandi nodi del sistema sanitario italiano, svincolati dalla logica politica di breve periodo. Era questo l’obiettivo della Iapg (Italian American Pharmaceutical Group, associazione che riunisce 19 aziende farmaceutiche statunitensi presenti in Italia), sponsor dell’evento realizzato oggi, sul quale lavorano da quasi un anno FareFuturo e ItalianiEuropei, i due think thank che fanno capo rispettivamente a Gianfranco Fini e a Massimo D’Alema.

E le domande alle quali cercare risposte erano essenzialmente tre, come ha detto Claudio Carpentieri, coordinatore dello Iapg, presentando l’iniziativa. Il nostro sistema sanitario è sostenibile economicamente? Sarà sostenibile anche nel medio-lungo periodo con le trasformazioni demografiche in atto? Che ruolo ha il farmaco in questo sistema?
Domande strategiche, ma che, inevitabilmente, si sono anche declinate in relazione alla manovra economica messa a punto dal governo. E sulla manovra il giudizio, sia pure con accenti diversi, è pressoché unanime: manovra “necessaria”, vista la situazione dei mercati internazionali, ma che per la sanità si affida a “tagli” che rischiano di essere pericolosi per la tenuta del sistema e, alla lunga, controproducenti, perché possono far crescere la spesa in altri segmenti della sanità.
La soluzione, piuttosto, va cercata in modelli di programmazione governo della cosa sanitaria. Ad esempio in un’Autorità indipendente che valuti i risultati delle aziende sanitarie e ospedaliere, come ha proposto in apertura Andrea Peruzy, segretario generale di ItalianiEuropei. O in un nuovo ruolo “d’attacco” e di controllo dello Stato centrale, ancor più necessario proprio in vista del federalismo fiscale, come ha proposto Mario Ciampi, direttore di FareFuturo.
Sui problemi posti dalla manovra e dal federalismo ha ruotato l’intervento di Cesare Cursi che, nella veste di presidente della Commissione Industria del Senato, si è detto preoccupato perché “la finanziaria, ancora una volta, colpisce la filiera del farmaco” e dunque “qualche azienda potrebbe decidere di trasferirsi all’estero”. Cursi ha rivendicato la paternità degli Accordi di programma del settore farmaceutico, che permettono scelte condivise e responsabili, auspicando che si possa tornare a quel metodo. Ultima “provocazione”, come la ha definita lo stesso Cursi, è la proposta di una nuova revisione del Titolo V della Costituzione, per indicare chiaramente il ruolo dello Stato e garantire così la coesione nazionale, minacciata dalla frammentazione dell’assistenza sanitaria.
Preoccupazioni anche per Ignazio Marino, secondo il quale “la manovra accresce il divario tra chi può accedere alla sanità privata, in mancanza di risposte efficienti nel pubblico, e chi no”. Per governare la sanità in modo efficiente, Marino ripropone i suoi emendamenti alla legge sul governo clinico: creazione di un Autorithy indipendente e criteri trasparenti e meritocratici per la nomina di direttori generali e primari.
Molti i contributi interessanti alla discussione, coordinati dal giornalista de La7 Andrea Pancani. Sono intervenuti: Pierfrancesco Dauri, Lorenzo Sommella, Claudio De Vincenti, Sabina Nuti, Dino Cosi, Pierluigi Russo, Massimo Scaccbarozzi.
Contributo originale alla discussione, uno studio sulla farmaceutica nel sistema sanitario italiano elaborato da Vincenzo Atella e Lorenzo Carbonari del Ceis Tor Vergata.
E.A.

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