quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 04 APRILE 2018
Mangiare broccoli potrebbe proteggere dall’aterosclerosi


I risultati di uno studio osservazionale australiano evidenziano che un consumo elevato di vegetali, e in particolare di broccoli, cavolfiori e cavolini di Bruxelles, risulta associato un minor ispessimento della parete carotidea nelle donne over 70 e potrebbe dunque proteggere da ictus e infarto  


Mangiare verdure e ortaggi in abbondanza protegge le donne dall’aterosclerosi delle carotidi. Lo rivela uno studio australiano pubblicato su JAHA (Journal of the American Heart Association). Tra gli alimenti più favorevoli da questo punto di vista, broccoli, cavolfiori e cavolini di Bruxelles (crucifere o brassicacee).
“Il nostro – sottolinea Lauren Blekkenhorst, University of Western Australia, Crawley - è uno dei pochi studi ad aver esplorato il potenziale impatto di varie tipologie di vegetali sull’aterosclerosi subclinica, condizione alla base delle patologie cardiovascolari”.
 
Per questa ricerca sono state coinvolte 954 donne di età superiore ai 70 anni, alle quali sono stati distribuiti dei questionari alimentari; il consumo di vegetali veniva classificato da ‘non mangio mai vegetali’, a ‘li mangio tre o più volte al giorno’. Per vegetali si intendeva il consumo di crucifere, agliacee (aglio, cipolle, porri, scalogno), vegetali a foglia, vegetali gialli/arancio/rossi, legumi. Le volontarie sono state inoltre sottoposte ad ecodoppler delle carotidi per misurare lo spessore della parete carotidea e per valutare l’eventuale presenza e severità di placche.
 
Tra la categoria ‘basso consumo’ e quella ‘alto consumo’ di vegetali, gli studiosi hanno riscontrato una differenza media di spessore parietale di 0,05 mm, che potrebbe sembrare di poco conto. Ma in realtà, fanno notare i ricercatori, studi pregressi hanno stabilito che una riduzione di spessore parietale di 0,1 mm si associa ad una riduzione del 10-18% del rischio di ictus e di infarto.
 
Per di più, l’assunzione giornaliera di 10 grammi in più di crucifere è risultata associata ad uno spessore parietale carotideo inferiore in media dello 0,8 per cento. E si tratta di un’associazione non osservabile con altri tipi di vegetali.
 
Dopo aver fatto gli adeguati aggiustamenti per stile di vita, fattori di rischio cardiovascolari (compreso l’uso di farmaci), altri fattori dietetici, i risultati dello studio continuano a suggerire un effetto protettivo delle crucifere sullo spessore della parete carotidea. Trattandosi tuttavia di uno studio osservazionale non è possibile stabilire una relazione causale. Ma secondo gli autori “le linee guida dietetiche dovrebbero sottolineare l’importanza di aumentare il consumo di crucifere come fattore di protezione dalle malattie cardiovascolari”.
 
Maria Rita Montebelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA