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Martedì 10 APRILE 2018
Formazione. Gelli (PD), “Laurea abilitante e più borse di studio sono le priorità per la formazione dei giovani medici”

“Un intervento in questo senso è quantomai necessario per ridurre i tempi di un percorso già ritenuto lungo e impegnativo rispetto al resto d’Europa, dove i giovani laureati entrano nel mondo lavorativo prima rispetto ai colleghi italiani". Questa la proposta del responsabile sanità del PD. E sulle borse di studio rilancia: "Si torni a  valutare il modello proposto nei mesi scorsi dall'Enpam dei prestiti d’onore agli studenti, da restituire nei successivi 20 anni".

“L’attuale sistema di formazione per i giovani medici prevede che, al conseguimento della laurea, debbano effettuare un tirocinio formativo della durata di tre mesi, a seguito del quale è necessario sostenere e superare un esame per poi poter finalmente richiedere l’iscrizione all’ordine di categoria. Quest’esame di stato si svolge, però, solamente due volte l’anno, il che determina un ritardo nell’iscrizione all’Ordine che può arrivare fino a quasi un anno. L’esame di laurea abilitante ridurrebbe senza dubbio questi ‘tempi morti’”. Questa la proposta del responsabile sanità del PD, Federico Gelli.
 
“Un intervento in questo senso è quantomai necessario per ridurre i tempi di un percorso già ritenuto lungo e impegnativo rispetto al resto d’Europa, dove i giovani laureati entrano nel mondo lavorativo prima rispetto ai colleghi italiani. Tutto questo potrà accompagnarsi - prosegue Gelli - con un più articolato disegno di revisione delle scuole di specializzazione che dovrà vedere un coinvolgimento diretto da parte delle Regioni, oltre che delle Università e della Fnomceo”.
 
“Resta poi l’impegno legato al necessario aumento dei contratti di formazione. Per aggirare le possibilità difficoltà economiche legate a questa manovra si può tornare a valutare quel modello proposto nei mesi scorsi dall'Enpam per finanziare le borse del corso in medicina generale e di specializzazione concedendo prestiti d’onore agli studenti, da restituire nei successivi 20 anni”, conclude Gelli. 

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