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Lunedì 16 APRILE 2018
Forlì. Mattarella alla posa della prima pietra della “Farmacia Unica Oncologica” dell’Irst di Meldola

Bonaccini: "Un grande onore averlo con noi per dare il via a un'opera di cui siamo straordinariamente fieri”. Dalla Regione un finanziamento di 1,5 milioni di euro. Diverrà la prima struttura in Italia per la produzione di radiofarmaci sperimentali

Questa mattina il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato l’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori di Meldola (Forlì) in in occasione della posa della prima pietra della Farmacia Unica Oncologica.

Ad accompagnarlo, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, il prefetto di Forlì-Cesena, Fulvio Rocco de Marinis, l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, il presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Davide Drei, e i vertici dell’Istituto: il presidente, Renato Balduzzi, e il direttore generale, Giorgio Martelli.

La Farmacia nasce con un duplice obiettivo: centralizzare l’intera produzione di farmaci oncologici - circa 90 mila all’anno - e diventare la prima struttura in Italia per la produzione di radiofarmaci sperimentali. Un progetto reso possibile grazie ad un investimento di oltre 4,5 milioni di euro, di cui 1,5 dalla Regione.
 
“Siamo onorati di avere qui con noi, oggi, il Capo dello Stato”, ha affermato Bonaccini. “Per dare il simbolico via ad un’opera straordinariamente importante, che mette un altro fiore all’occhiello alla sanità dell’Emilia-Romagna e del nostro Paese. Si tratta di un progetto portatore di un alto livello di innovazione, che mette insieme due sistemi di eccellenza della nostra regione, quello sanitario e manifatturiero. E che fa parte di un piano complessivo della politica regionale: far crescere occupazione e benessere nel nostro territorio, rafforzandone l’attrattività e la competitività”.
 
L’Irst dà assistenza a 22 mila pazienti l’anno, di cui 6.800 nuovi casi solo nel 2017; è nato con un ambizioso obiettivo: garantire le cure in campo oncologico attraverso l’integrazione tra ricerca e clinica, personalizzazione delle terapie e centralità del paziente.
 
Ed è frutto di una sperimentazione gestionale perfettamente riuscita tra pubblico (Regione Emilia-Romagna, Azienda sanitaria territoriale, Comune di Meldola e Università di Bologna) e privato sociale (Istituto oncologico romagnolo, Fondazioni Casse di Risparmio). Il personale è composto per il 71% da donne e ha un’età media complessiva di 41 anni.  Nel 2017 è stato - secondo il ministero della Salute - l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico con le migliori performance tra tutti gli Irccs italiani, nell’ambito dell’assistenza e della ricerca.
 

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