quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 16 NOVEMBRE 2011
Toscana. Insediata la prima Commissione regionale per la medicina di genere

Individuare quante, quali e a cosa sono attribuibili le differenze di genere. Formare i professionisti per diffondere interventi sulla salute delle donne. Questi alcuni dei compiti della Commissione ad hoc istituita nel Consiglio sanitario regionale.

Le malattie dell’apparato osteomuscolare e alcune patologie psichiatriche, soprattutto la depressione, colpiscono di più le donne; mentre gli uomini, per esempio, sono più colpiti dai traumi. Tra le adolescenti crescono i comportamenti a rischio, come bere e fumare, che sono invece in calo tra i loro coetanei maschi. Diverso è il modo di reagire ai farmaci tra uomini e donne. Ancora, le donne vivono più a lungo degli uomini, ma si ammalano di più e passano l’ultima parte della vita in condizioni peggiori degli uomini. Insomma, la salute non è neutra, e anche in medicina va applicato il concetto di diversità, per garantire a tutti, donne e uomini, il miglior trattamento possibile in funzione della specificità di genere.
Parte da qui l’istituzione della Commissione permanente per le problematiche di genere, inserita nel Consiglio Sanitario della regione Toscana che ha anche dedicato alla salute e alla medicina di genere un capitolo del nuovo Piano sanitario e sociale integrato regionale in via di approvazione. La Commissione, presieduta da Anna Maria Celesti, medico chirurgo specialista in ostetricia e ginecologia, è composta da una trentina di medici (donne e uomini) di varie specialità.
“Per troppo tempo – ha detto l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – le malattie, la loro prevenzione e terapia sono state studiate prevalentemente su casistiche del solo sesso maschile, sottovalutando le peculiarità biologico-ormonali e anatomiche proprie delle donne. La medicina di genere è chiamata a limitare le disuguaglianze di studio, di attenzione e di trattamento che fino ad oggi sono state a carico delle donne, non costruendo una medicina al femminile e una al maschile, ma applicando il concetto di diversità per garantire a tutti, donne e uomini, il miglior trattamento possibile”.
Tra i compiti della Commissione: individuare quante e quali differenze di genere sono dovute a fattori intrinseci alla biologia di genere e alla fisiopatologia della malattia, e quante sono da ascrivere alla società e al sistema sanità, evidenziando quanto costa questa differenza; ricercare percorsi ottimali per fare formazione ai medici di famiglia, specialisti, operatori sanitari; trovare gli strumenti più adatti per costruire e diffondere una politica di intervento sulla salute di genere. La Commissione lavorerà per gruppi di lavoro tematici: dalla farmacologia alle patologie cardiovascolari, dalla sicurezza sul lavoro, fino alla progettazione architettonica degli ambienti in ottica di genere.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA