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Giovedì 19 APRILE 2018
Farmacia dei servizi: possibile estendere la sperimentazione ad altre Regioni oltre le nove previste per legge. Intesa in Stato-Regioni 

Le Regioni hanno dato l'ok sulla nuova bozza di decreto presentata dal ministero, ma hanno condizionato l'intesa all'accettazione della possibilità di estendere i finanziamenti anche alle altre Regioni a statuto ordinario che vogliano avviare, sempre nel triennio, le stesse iniziative. LA NUOVA BOZZA DI DECRETO - LE RICHIESTE DELLE REGIONI.

Per la sperimentazione della farmacia dei servizi, la cui intesa era stata rinviata nella seduta della Stato-Regioni di fine marzo, una conferma e una condizione.

La conferma è delle Regioni scelte per la sperimentazione che tiene conto dell'esigenza di garantire la rappresentatività delle aree geografiche del Nord, del Centro e del Sud del territorio nazionale:

a) Piemonte, Lazio e Puglia per gli anni 2018, 2019 e 2020;

b) Lombardia, Emilia Romagna e Sicilia per gli anni 2019 e 2020;

c) Veneto, Umbria e Campania per l'anno 2020.

La condizione è sulla remunerazione dei nuovi servizi e l'eventuale allargamento possibile delle Regioni-campione (con l'evidente necessità a quel punto di prevedere maggiori finanziamenti in ragione dei nuovi eventuali "sperimentatori"). 

Il decreto del ministero della Salute per l’avvio della sperimentazione, in attuazione della legge 205/2017, individua le Regioni a cui vanno già, secondo la legge, 6 milioni di euro per il 2018, 12 milioni per il 2019 e 18 milioni per il 2020, a valere sulle quote vincolate agli obiettivi di Piano sanitario nazionale.

Per la scelta delle Regioni il ministero ha tenuto conto del criterio della rappresentatività geo-politica del territorio nazionale e si è confrontato con Federfarma e con la Fofi, per analizzare meglio il fenomeno e capire quali Regioni siano più avanti con l’attivazione della farmacia dei servizi (criterio dell’esperienza maturata). E’ stato poi concordato di modificare il criterio del monitoraggio, costituendo un gruppo di lavoro interistituzionale per individuare i servizi da erogare in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.

La Commissione salute e i presidenti delle Regioni si sono pronunciati favorevolmente sul nuovo testo a condizione che le risorse complessive nei tre anni (36 milioni) siano assegnate alle 9 Regioni individuate sulla base del criterio della quota capitaria di accesso, indipendentemente dall’anno previsto per l’avvio delle attività.

Sul provvedimento è stata espressa l'intesa in Stato-Regioni.

Secondo la richiesta formulata dai governatori l’erogazione materiale seguirà il cronoprogramma (al massimo tre anni) delle attività sperimentali di ogni Regione e le Regioni hanno chiesto che, oltre a quanto previsto dalla legge, analoga quota capitaria di accesso sia resa disponibile, a valere sulle risorse per gli obiettivi di piano, anche alle altre Regioni a statuto ordinario che vogliano avviare, sempre nel triennio, le stesse iniziative.

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