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Giovedì 17 NOVEMBRE 2011
Tredici milioni di bambini nel mondo nascono prematuri. Ma le mamme non conoscono i rischi

Una ricerca che verrà presentata nella Giornata Mondiale del Neonato Pretermine dimostra come le donne non siano a conoscenza dei rischi legati ai parti prematuri. Le italiane si rivelano più informate delle altre, ma chiedono maggior supporto dalle istituzioni.

“Ogni anno nel mondo nascono circa 13 milioni di neonati prematuri, circa 40.000 solo in Italia e il rischio è in aumento. La brusca interruzione del processo di maturazione fisica e psicologica del bambino può implicare difficoltà nello sviluppo psico-affettivo e relazionale di tutta la famiglia, lasciata molto spesso senza sufficienti informazioni e senza un adeguato sostegno ai genitori”. Questo il messaggio che lancia Martina Buscagnin, Presidente Vivere onlus, associazione si propone di promuovere la ricerca scientifica, la cultura e la formazione professionale nel campo della medicina perinatale a meno di 24 ore dalla Giornata Mondiale del Neonato Pretermine, il 17 novembre. Una ricerca internazionale, condotta su 1.300 mamme e future mamme in 13 Paesi nel mondo dall’Istituto di ricerca P/S/L Research (e commissionata da Abbott) sembra sostenere queste parole.
Il dato preoccupante che emerge dalla ricerca è che la maggior parte delle mamme intervistate ignora i problemi connessi alla prematurità, le sue cause e le possibili conseguenze. Molte talvolta non sono a conoscenza neanche della stessa esistenza di tali questioni.

Le mamme italiane fanno sicuramente bella figura rispetto alle loro colleghe straniere, risultando le più informate sul tema: nello specifico quasi la metà delle mamme italiane intervistate (46%) ritiene giustamente che il 10% dei parti sia da ricondurre a parti prematuri e solo il 17% dichiara di non conoscere l’incidenza dei parti prematuri e l’età gestazionale del neonato pretermine (considerato tale se nato prima del compimento della 37ma settimana di gestazione).
In generale il quadro che emerge dalla ricerca – che ha incluso paesi europei Germania e Spagna, ma anche altre nazioni sparse nel mondo (dal Canada, all’Arabia Saudita,dal Sud America all’estremo oriente) – non è rassicurante. I due terzi delle intervistate infatti non conosce l'incidenza dei parti prematuri e il 42% delle madri nel mondo sottostima questo dato, ritenendolo molto inferiore rispetto al dato reale.
 
Le complicanze legate ad una nascita prematura sono la prima causa di morte nei neonati durante il primo mese di vita. Tuttavia, l'indagine evidenzia una non conoscenza dei problemi cui va incontro un bambino prematuro, come difficoltà di tipo cardiovascolare, gastrointestinale, respiratoria. “Il neonato prematuro presenta una immaturità della maggior parte degli organi ed apparati per cui incontra quasi inevitabilmente notevoli difficoltà ad espletare tutte le funzioni necessarie alla vita autonoma al di fuori del grembo materno” ha dichiarato Paolo Giliberti, Presidente della Società Italiana di Neonatologia. “E’ fondamentale, quindi, che i genitori vengano prontamente e correttamente informati sui rischi correlati alle possibili complicanze ed è necessario offrire loro sostegno per aiutarli ad affrontare nel migliore dei modi anche il delicato momento del ritorno a casa”.
Le mamme dei neonati pretermine riconoscono il neonatologo e il pediatra come loro principali referenti e fonti di informazione per quanto concerne le problematiche legate alla prematurità (71%); le stesse madri hanno però dichiarato il bisogno di maggior supporto, una volta dimesse dall'ospedale. Circa la metà delle intervistate, infatti, vorrebbe avere maggiori informazioni da parte del neonatologo e del pediatra sulla fase post ospedaliera e sulle eventuali cure mediche cui dovrà sottoporsi il proprio bambino.

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