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Venerdì 27 APRILE 2018
Abruzzo. Medicina generale: carenze o surplus di medici? In uno studio la fotografia regionale

I medici iscritti nella graduatoria regionale per l’Assistenza primaria e interessati alla medicina generale potrebbero non essere sufficienti a coprire le carenze a partire dal 2022. Ma paradossalmente se variasse l’ottimale da 1/1000 a 1/1300, e diminuisse la popolazione da curare, si potrebbe generare un surplus di medici. Questi i dati emersi da un’analisi dinamica delle graduatorie regionali degli ultimi 3 anni. LO STUDIO

È allarme carenza medici. I dati recenti diffusi dalla Fimmg parlano chiaro, nei prossimi cinque anni è prevista un’emorragia di ben 45mila camici bianchi tra medici di medicina generale e medici del Ssn per effetto dei pensionamenti, e l’allarme è ancora maggiore a 10 anni: al 2028, infatti, saranno andati in pensione 33.392 medici di base.
 
E in Abruzzo gli scenari futuri non sono dei migliori: i medici iscritti nella graduatoria regionale per l’Assistenza primaria (Ap) e interessati alla medicina generale potrebbero non essere sufficienti a coprire le carenze disponibili a partire dal 2022. A questo scenario si aggiunge il fatto che non tutti i corsisti si diplomano: il tasso di abbandono medio è di 2-3 medici per anno, a causa di un loro trasferimento nelle scuole di specialità. Un abbandono dovuto principalmente alla disparità di trattamento economico tra le due borse. Allo stesso modo non tutti i diplomati, neoiscritti in graduatoria regionale, fanno immediatamente domanda per gli ambiti carenti, in quanto parte di loro entra in scuola di specialità dopo aver conseguito il titolo.
 
Ma paradossalmente se variasse l’ottimale da 1/1000 a 1/1300, alla luce anche di una possibile variazione della popolazione, si genererebbe un surplus di medici che dovrà essere smaltito negli anni mediante i pensionamenti stessi.
 
È quanto emerge da uno studio condotto nella regione Abruzzo da Giuseppe Andrisani e Gabriella Pesolillo, Medici con Formazione specifica in Medicina Generale, sul solco di quanto promosso dalla Fimmg nelle regioni italiane con l’obiettivo di avere un quadro completo e più chiaro degli scenari futuri e capire quanti camici bianchi abbiano realmente interesse a rimanere nella Medicina Generale. Dati messi poi a confronto con quelli dell’Enpam dei prossimi pensionamenti per valutare il ricambio generazionale dei professionisti nei prossimi anni.
 
Lo studio. Sono state analizzate le graduatorie regionali 2015, 2016 e 2017 di Ap della Regione anni e le graduatorie per gli ambiti carenti di Ap degli stessi anni. È stata valutata la differenza di punteggio di ogni singolo medico nelle tre diverse graduatorie, dividendo i candidati in base alla velocità di incremento annuo nelle seguenti categorie: quiescenti (0 punti), accumulatori lenti (da 0,2 a 1,2 punti), accumulatori rapidi (da più di 1,2 a 2,4 punti), accumulatori rapidissimi (da più di 2,4 a 3,6 punti), accumulatori straordinari (più di 3,6 punti)
 
Le categorie più rappresentate sono gli accumulatori rapidi (42 e 45% rispettivamente), vale a dire quanti lavorano tra 7 e 12 mesi l’anno tra sostituzioni, Continuità Assistenziale ed emergenza territoriale, ed i quiescenti (38%) che non accumulano punteggio perché non lavorano nella Medicina Generale o perché non aggiornano annualmente la propria posizione. Questi ultimi sono stati ritenuti non interessati alla Medicina Generale negli studi di settore intrapresi nelle altre regioni. Inoltre, è stato possibile osservare che tra gli accumulatori di punteggio (476 medici in totale, il 62% degli iscritti in graduatoria) ben 153 (32%) sono residenti fuori Regione e, verosimilmente, iscritti in più graduatorie regionali.
 
Sono stati poi individuati dalle graduatorie degli ultimi 6 ambiti carenti pubblicati (2015, 2016 e 2017) i medici che, presenti in graduatoria regionale di Ap, hanno fatto domanda ad almeno una delle carenze pubblicate, e accanto ad ognuno di essi sono state specificate le Asl di interesse, (anche più di una). È emerso che solamente 229 dei 764 medici (30%) presenti in graduatoria regionale 2017 hanno risposto almeno una volta ad una delle 6 convocazioni valutate (di questi, 141 sono in possesso del diploma di FSMG e 88 no). Gli ambiti carenti da assegnare erano in totale 129 così ripartiti: 27 nella ASL1/AQ, 33 nella ASL2/CH, 31 nella ASL3/PE, 38 nella ASL4/TE. I medici che hanno fatto domanda si distribuiscono nel seguente modo: 64 per la ASL1/AQ, 120 per la ASL2/CH, 98 per la ASL3/PE, 66 per la ASL4/TE. Le domande pervenute sono rappresentate nel grafico sottostante.
 
Le Asl più richieste sono la ASL2/CH, la ASL3/PE, la ASL4/TE e infine la ASL1/AQ. Invece, dal rapporto tra numero di domande pervenute ed ambiti carenti la provincia in cui è più semplice ottenere la convenzione è Teramo (87 domande per 38 posti, poco più di un medico su 2 ottiene la convenzione) mentre la più difficile è Chieti (192 domande per 33 posti, meno di un medico su 5). Inoltre, è stato possibile classificare i colleghi concorrenti in base alla loro velocità di accumulo punteggio, come era stato fatto per la graduatoria generale.
 
Dallo studio è emerso che i medici iscritti in graduatoria e interessati all’acquisizione di una delle carenze disponibili per l’assistenza primaria sono in maggior parte accumulatori rapidi (70 e 67%), ossia medici che hanno incarichi in Continuità assistenziale o emergenza territoriale con una durata minima di 7 mesi l’anno. La seconda categoria (17 e 19%) più rappresentata è quella degli accumulatori straordinari (+ di 3,6 punti), costituita quasi esclusivamente da coloro che hanno terminato il Corso di Formazione Specifica e che si iscrivono per la prima volta in graduatoria. Ma c’è anche un 8-10% circa di camici bianchi interessati agli ambiti carenti che non accumula punteggio da un anno all’altro, perché verosimilmente non lavora nella medicina generale, pur essendo interessato ad entrarne a far parte.
 
È stata poi presa in considerazione la velocità di esaurimento della riserva di medici interessati alla Mg. Infatti, per i 129 ambiti carenti sono pervenute domande da parte di 229 medici. I 100 medici interessati ma che non hanno ottenuto un ambito carente si possono considerare al momento la “riserva”. Ogni anno a questi si aggiungeranno 22 neodiplomati (20 con borsa di studio e 2 senza).
 
“Confrontati con i dati di pensionamento Enpam – hanno sottolineato i curatori dello studio – si prevede un esaurimento della riserva nel 2021 nel caso di pensionamento a 68 anni e nel 2022 a 70 anni. In sostanza, i medici iscritti nella graduatoria regionale per l’Assistenza primaria e interessati alla medicina generale saranno insufficienti a coprire le carenze disponibili a partire dal 2022, nella peggiore delle ipotesi”.
A questo scenario si aggiunge il fatto che non tutti i corsisti si diplomano: il tasso di abbandono medio è di 2-3 medici per anno, a causa di un loro trasferimento nelle scuole di specialità.
 
Ma ci sono anche altre criticità in agguato. “Potrebbe esserci un aumento di interesse per la MG nei prossimi anni, dovuto ad una maggiore facilità di accesso alla convenzione – hanno sottolineato – pertanto, alcuni dei presenti in graduatoria regionale ma che finora non hanno mai risposto agli ambiti carenti (al momento ben 535) potrebbero presto iniziare a fare domanda, soprattutto quei colleghi che continuano ad incrementare il loro punteggio. Qualora, in seguito a rinnovo di Acn o per Accordi Regionali, variasse l’ottimale da 1/1000 a 1/1300, come già accaduto in alcune regioni del nord (Friuli Venezia Giulia per citarne una) si avrebbe bisogno del 23% di Mmg in meno. Al momento in Abruzzo ci sono 1.100 Mmg in servizio (con una variabilità del 5% in più o in meno a seconda delle entrate o uscite dalla medicina convenzionata), per un totale di 1.100.000 assistiti. Se la stessa popolazione fosse assistita da un medico ogni 1.300 abitanti – hanno concluso –  sarebbero necessari 846 Mmg, con una perdita di 254 Mmg rispetto alla situazione attuale. Questo comporterebbe un ulteriore ritardo nell’accesso alla Mg per tutti quei colleghi che fanno parte della cosiddetta ‘riserva’ a causa della mancata pubblicazione, per alcuni anni, delle carenze. La modifica dell’ottimale genererebbe infatti un surplus di medici che dovrà essere smaltito negli anni mediante i pensionamenti stessi”.

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