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06 MAGGIO 2018
Dispepsia: su JAMA un commento alle nuove linee guida nord-americane

Linee guida all’insegna del risparmio quelle messe a punto dagli esperti USA e canadesi. In caso di dispepsia, come sintomo principale, non è raccomandabile correre a fare una gastroscopia in chi ha meno di 60 anni, visto il bassissimo tasso di neoplasie del tratto GI superiore a quest’età. Semaforo verde invece per gli inibitori di pompa protonica per il controllo dei sintomi, anche dopo eradicazione di infezione da H. pylori

JAMA di questa settimana pubblica un sunto delle ultime linee guida per il trattamento della dispepsia, messe a punto dall’American College of Gastroenterology (ACG) e dalla Canadian Association of Gastroenterology (CAG).
La popolazione interessata da questo documento è rappresentata da tutti i pazienti adulti con dolore epigastrico comparso da almeno un mese.
 
Le raccomandazioni più stringenti comprendono i seguenti punti:
- I soggetti con dispepsia di età pari o superiore a 60 anni dovrebbero essere sottoposti a esofagogastroduodenoscopia (EGDS) per escludere una neoplasia del tratto GI superiore
 
 - I soggetti con dispepsia di età inferiore a 60 anni non dovrebbero essere routinariamente sottoposti a EGDS per la valutazione dei sintomi, anche in presenza di sintomi d’allarme (perdita di peso, anemia o disfagia). Questo riguarda però solo i soggetti che abbiano come sintomo principale la disfagia; non va trascurato il fatto che soggetti con disfagia ingravescente e/o calo ponderale o soggetti con dolore epigastrico potrebbero avere una patologia delle vie biliari o pancreatica.
 
- I soggetti con dispepsia di età inferiore a 60 anni dovrebbero invece essere sottoposti al test per Helicobacter pylori e trattati di conseguenza, se positivi al test.
 
- I soggetti con dispepsia di età inferiore a 60 anni dovrebbero ricevere un trattamento con inibitori di pompa protonica (PPI) in caso di test per H. pylori negativo ma anche dopo eradicazione dell’H. pylori, qualora i sintomi dovessero persistere (la dispepsia funzionale tende a permanere dopo l’eradicazione nel 70% circa dei pazienti)
 
 
Per dispepsia si intende un dolore epigastrico non accompagnato da sintomi da reflusso; è un disturbo piuttosto comune che interessa circa una persona su 5 nella popolazione generale e che è quindi facile da incontrare nella pratica clinica quotidiana. A fronte dell’elevata prevalenza del disturbo, l’incidenza di patologie gravi alla base dello stesso è decisamente bassa.
Rispetto alla precedente edizione delle guida, la soglia d’età dei pazienti dispeptici da sottoporre a EGDS è stata innalzata a 60 anni, poiché l’incidenza di neoplasie del primo tratto digerente è bassa e in riduzione in Nord America. Il tasso di tumori dello stomaco è invece più elevato nei soggetti nati nel sud est asiatico, in alcuni Paesi del Sud America e tra i maschi. Un dato questo da tener presente nella decisione se richiedere o meno una EGDS.
 
Rispetto alla precedente edizione, le nuove linee guida si focalizzano maggiormente sul controllo dei sintomi e sulla riduzione del numero di procedure, verosimilmente inutili. Dalla loro implementazione ci si attende dunque un notevole risparmio, al prezzo però del rischio di perdere o ritardare qualche diagnosi importante.
 
La raccomandazione di escludere dalla EGDS di routine i soggetti dispeptici al di sotto dei 60 anni scaturisce peraltro da un’estrapolazione di dati di prevalenza delle neoplasie del primo tratto digerente a quest’età. L’applicazione di queste raccomandazioni ‘risparmia-procedure’ – consigliano gli autori - andrà comunque decisa caso per caso, tenendo ben presente i fattori di rischio del paziente.
 
Maria Rita Montebelli

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