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Mercoledì 09 MAGGIO 2018
L’Italia dei vecchi: abbiamo record UE del tasso di dipendenza degli anziani. Da noi ogni over 65 solo 2,8 persone attive contro la media di 3,3

Sono ormai 100 milioni gli ultrasessantacinquenni che vivono nell'Unione Europea, il 19,4% della popolazione totale. Ma quanto "dipendono" dalle nuove leve per la loro pensione? Lo ha calcolato Eurostat rapportando il numero degli over 65 alle persone in età attiva con un'età compresa tra i 15 e i 64 anni. In media il tasso di dipendenza è del 29,9%, pari a 3,3 persone che producono reddito per una persona in pensione o comunque non attiva. In Italia questo indice è il più alto in assoluto ed è pari al 34,8%. Sopra la media UE altri 8 paesi.

Nella Ue-28 quasi una persona su cinque ha 65 anni o più (19,4%): circa 100 milioni di persone. E per ognuna di loro, considerate economicamente inattive, la media è di tre persone in età lavorativa (15-64 anni).

Eurostat lo definisce “tasso di dipendenza degli anziani” ed  è tradizionalmente considerato come un'indicazione del livello di supporto disponibile per le persone anziane (di età pari o superiore a 65 anni, appunto) dalla popolazione in età lavorativa (persone di età compresa tra 15 e 64 anni). 

Ma è anche un indice dell’invecchiamento della popolazione: aumenta il numero di anziani over 65 e, come nel caso dell'Italia, non aumentano al contrario le giovani leve per lo stallo - in qualche anno anche il regresso - della natalità.

E l’Italia in questo ha il primato assoluto: ogni ultrasessantacinquenne ci sono solo - nel 2017 - 2,8 persone in età lavorativa, con un tasso di dipendenza degli anziani record nel’Ue del 34,8 per cento.

Nell'Ue, il tasso di dipendenza degli anziani medio è stato nel 2017 del 29,9%. In altre parole, c'erano poco più di tre persone in età lavorativa per ogni persona di età pari o superiore a 65 anni. 
 



Il tasso di dipendenza della vecchiaia è in aumento da molto tempo. Venti anni fa, c'erano circa cinque persone in età lavorativa per ogni persona di 65 anni o più. Dieci anni dopo, il rapporto era 4:1 e oggi è vicino a 3:1 e in Italia, appunto, si ferma a 2,8:1.

Nel 2017, tra  tutti gli Stati membri dell'Ue, il rapporto di dipendenza degli anziani era più alto in Italia (34,8%: 2,8 persone che lavorano per ogni anziano), Grecia (33,6%) e Finlandia (33,2%), seguite da Portogallo (32,5%) e Germania (32,4%).

All'estremo opposto della scala, i rapporti più bassi sono stati registrati in Lussemburgo (20,5%) e Irlanda (20,7%), davanti a Slovacchia (21,5%) e Cipro (22,8%). In questi Stati membri, c'erano circa cinque persone in età lavorativa per ogni persona anziana.

L’andamento degli ultimi due decenni indica che il tasso di dipendenza degli anziani è aumentato in tutti gli Stati membri a eccezione del Lussemburgo, dove è passato dal 21,2% nel 1997 al 20,5% nel 2017 (-0,7%).
 



I maggiori aumenti tra il 1997 e il 2017 sono stati registrati in Finlandia (dal 21,7% al 33,2%: + 11,5%), Malta (+10,7%), Slovenia (+10,1%), Lituania e Portogallo (entrambi +9,8%), Grecia (+9,7%), Italia (+9,6%), Germania e Lettonia (entrambi +9,4%).

Al contrario, gli aumenti sono stati più moderati in Irlanda (dal 17,4% nel 1997 al 20,7% nel 2017: +3,3%), nel Regno Unito (+ 3,7%), in Belgio (+3,9%) e in Svezia (+4,2%).
 

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