quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 24 MAGGIO 2018
Dal 2015 sono 600 i casi di discriminazione a danno di operatori sanitari stranieri

La gran parte si è verificato a Nord e in almeno la metà dei casi la discriminazione è legata al colore della pelle. A essere maggiormente vittima di discriminazione sono medici e odontoiatri. I dati sono stati raccolti dallo sportello Amsi e ‘Uniti per Unire’

Negli ultimi tre anni (2015-2017) in Italia si sono verificati 600 episodi di discriminazione nei confronti di operatori sanitari di origine straniera:400 compiuti nei confronti di medici e odontoiatri, 200 a danno di altre professioni.

Il 70 per cento degli episodi si è verificato al Nord; nella metà dei casi la discriminazione è legata al colore della pelle o al paesi di origine. 

Sono alcuni dei dati presentati nel corso del convegno "No alla violenza contro i medici e gli operatori sanitari” tenutosi presso l'Ordine dei medici di Roma. 

I dati sono stati raccolti dallo sportello Amsi (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia ) e dal movimento internazionale transculturale interprofessionale ‘Uniti per Unire’.

“Le aggressioni sono tutte da condannare senza se e senza ma”, ha detto Foad Aodi, fondatore di Amsi e consigliere dell'Ordine dei Medici di Roma. Ancor più adesso che sono in forte aumento. Nonostante ciò, ha concluso, “L’Italia non é né sarà mai un paese razzista nonostante alcune proposte di legge che profumano di razzismo populismo e di strumentalizzazione politica”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA