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Venerdì 25 MAGGIO 2018
Governo. Lorenzin a Conte: “Riforma per nomine manager sanità già fatta”

La ministra della Salute risponde così a chi gli chiede dei temi affrontati durante il colloquio di ieri a Montecitorio con il premier incaricato. "La riforma della dirigenza sanitaria è stata già fatta e rappresenta un grande lavoro che lascio in eredità al nuovo governo, che dovrà vigilare sulla sua rigorosa attuazione nelle diverse regioni italiane". 

“La riforma per le nomine dei manager della sanità, che si prospetta nel contratto di governo di Lega-M5S, è stata già fatta, va garantita l’attuazione e vigilare affinché non si trovino scorciatoie al merito. Ho avuto modo di spiegarlo ieri al presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, durante le consultazioni che si sono tenute alla Camera”. E’ quanto dichiara il ministro della Salute e leader di Civica Popolare, Beatrice Lorenzin, rispondendo così a chi gli chiede dei temi affrontati durante il colloquio di ieri a Montecitorio con il premier incaricato.
 
“La riforma della dirigenza sanitaria – ricorda Lorenzin - è stata oggetto di un lungo e complesso processo di revisione della governance della dirigenza degli enti del Ssn. Sulla base della nuova legge, è stato istituito presso il Ministero della Salute un elenco nazionale di quanti hanno i requisiti per la nomina di direttore generale delle aziende sanitarie. L'elenco, a cui si accede mediante un avviso pubblico di selezione per titoli, è stilato da una Commissione istituita presso il Ministero della Salute e composta da esperti che partecipano a titolo gratuito e restano in carica il tempo di effettuare la selezione”.
 
“Sono state, inoltre, standardizzate le modalità di verifica dei risultati aziendali e del raggiungimento degli obiettivi, sulla base dei quali – sottolinea il ministro - gli incarichi possono essere confermati o revocati. Ad esempio, se il manager non riesce a far rispettare nella sua azienda le liste d’attesa o gli obblighi di legge in tema di trasparenza viene rimosso”.
 
“L’obiettivo della riforma (che ricordo ha trovato non poche resistenze ed in particolare dalla Regione Veneto, non favorevole ad una riduzione del margine di discrezionalita dei presidenti nella scelta dei manager delle Asl in nome della autonomia regionale) è stato proprio quello di svincolare le procedure di nomina dei dirigenti sanitari da ogni possibile, indebita ingerenza della politica. E, allo stesso tempo, di valorizzare i profili di merito, di raggiungimento dei risultati e, in definitiva, di promozione di una sana gestione, anche economica, degli enti del Ssn che si traducono anche in un effettivo miglioramento delle singole realtà regionali: obiettivi, tutti questi, che risultano tra quelli contenuti nel contratto Lega-M5S".
 
"Insomma – conclude Lorenzin - la riforma della dirigenza sanitaria è stata già fatta e rappresenta un grande lavoro che lascio in eredità al nuovo governo, che dovrà vigilare sulla sua rigorosa attuazione nelle diverse regioni italiane". 

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