quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 28 MAGGIO 2018
Governo. Mattarella affida l’incarico a Cottarelli. “Senza fiducia al voto dopo agosto. Altrimenti elezioni dopo approvazione legge di Bilancio”

Dopo una domenica drammatica, con la rinuncia dell'incarico da parte di Giuseppe Conte ed un conflitto istituzionale che ha raggiunto livelli allarmanti, oggi si consuma un nuovo capitolo di questa lunga storia. L'ex commissario alla spending review, accetta con riserva l'incarico a formare il governo. Ma per lui la strada si preannuncia in salita. Senza l'appoggio di Lega e M5S non potrà ottenere la fiducia delle Camere. In quel caso, spiega: "Traghetterò il Paese al voto dopo agosto". 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito al Prof. Carlo Cottarelli l'incarico di formare il governo. Incarico che Cottarelli ha accettato con riserva. A comunicarlo è stato il segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti. Dopo una domenica drammatica, con la rinuncia dell'incarico da parte di Giuseppe Conte e l'attacco durissimo del MoVimento 5 stelle che, prima con Luigi Di Maio e poi con Alessandro Di Battista, è arrivato a chiedere la discussione in Parlamento della messa in stato d'accusa del presidente della Repubblica per attentato alla Costituzione sulla base dell'articolo 90, oggi si consuma un nuovo capitolo di questa lunga storia, iniziata lo scorso 4 marzo, e che sembra non trovar mai fine.
 
"Andrò in Parlamento con un programma per portare il Paese alle elezioni. Presenterò la lista dei ministri in tempi stretti. Il programma che intendo presentare, in caso di fiducia del Parlamento, includerà l'approvazione legge di bilancio. Dopo di che l'esecutivo si dimetterà, le Camere verranno sciolte e si tornerà alle elezioni ad inizio 2019. In caso, invece, di mancata fiducia, il governo rassegnerà immediatamente le sue dimissioni e si occuperà unicamente della gestione dell'ordinaria amministrazione traghettando il Paese alle elezioni dopo agosto", ha spiegato Cottarelli nel suo primo discorso ufficiale da premier incaricato.
 
"Assicuro - ha poi aggiungo - la completa neutralità del governo rispetto a dibattito elettorale, e mi impegnerò a non candidarmi a prossime elezioni. Chiederò lo stesso impegno anche ai ministri del mio governo. L'economia italiana è ancora in crescita e i conti pubblici sono sotto controllo. Il governo da me guidato assicurerebbe una gestione prudente nostri conti. Mi impegno a portare avanti un dialogo con l'Europa in difesa nostri interessi, in questo senso credo che potremo fare meglio rispetto al passato. Ma dovrà esserci un dialogo costruttirvo, il nostro ruolo in Europa resta essenziale così come la nostra partecipazione nell’area dell’euro".
 

Per l'ex commissario alla spending review del governo guidato da Enrico Letta, il percorso si presenta tutto in salita. Senza i voti di Lega e MoVimento 5 stelle nessun esecutivo può ottenere la fiducia delle Camere. I numeri parlano chiaro. Alla Camera, ai no scontati di M5S e Lega, si sono aggiunti in mattinata quelli di Forza Italia e Fratelli d'Italia. In totale 483 voti, su un totale di 630 deputati. In favore del premier incaricato si è schiarato solo il PD. Attende anche LeU, anche se Stefano Fassina si è già espresso contro la fiducia a Cottarelli e per un ritorno immediato alle urne. Non si conosce ancora la posizione dei 21 esponenti delle altre realtà minori. Al Senato la situazione è la stessa: siamo già a 228 più che probabili voti contrari, a fronte di una maggioranza richiesta di 160 senatori. 
 
Quello che c'è dunque da aspettarsi, a meno di clamorose sorprese, è un governo di minoranza che si limiterà all'ordinaria amministrazione traghettando il Paese al voto a settembre, in una campagna elettorale che si preannuncia allarmante per lo scontro in atto tra una parte del Parlamento e le Istituzioni italiane e internazionali.
 

 
Giovanni Rodriquez

© RIPRODUZIONE RISERVATA