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Venerdì 08 GIUGNO 2018
Asl Napoli 1. Peperoni (Sumai): “Assistenza territoriale pubblica indegna per una città europea. I cittadini facciano sentire la loro voce”

Per il segretario provinciale del Sumai Assoprof la Asl si è rifiutata di premiare e incentivare il lavoro sul territorio, non ha organizzato i nuovi modelli territoriali preferendo puntare sui centri accreditati: “una scelta sciagurata che diviene fallimentare ogni volta che si raggiungono i tetti di spesa”

“Ambulatori chiusi, consultori chiusi e liste d’attesa ai limiti della vergogna. Questi sono i risultati di una politica di tagli e dismissioni portata avanti dalla Asl Napoli 1 centro negli ultimi anni, una politica che non si è preoccupata di colmare i vuoti che si andavano aprendo tra gli Specialisti territoriali Sumai a causa dei pensionamenti”. 

A denunciate le condizioni “critiche” nelle quali versa l’assistenza pubblica territoriale è Gabriele Peperoni, segretario provinciale del Sumai Assoprof. 

“L’Asl ha costruito un sistema indegno per una città europea”, dice Peperoni. “Ci si è rifiutati di premiare e incentivare il lavoro sul territorio, non si è provveduto a organizzare i nuovi modelli territoriali (che tanti risultati hanno garantito nelle altre Regioni) né ad adeguare le attrezzature tecnico-informatiche e il personale tecnico e infermieristico di supporto”. 

Nella denuncia del Sumai sono queste le ragioni per le quali “oggi l’assistenza pubblica territoriale di fatto è stata ridotta al lumicino”. Secondo Peperoni, i vertici Asl avrebbero preferito puntare surrettiziamente sui centri accreditati, una “scelta sciagurata che diviene fallimentare ogni volta che si raggiungono i tetti di spesa”. Il Sumai contesta “la politica degli annunci”, riferendosi alla promessa (ritenuta impossibile da mantenere) di voler aprire anche di pomeriggio gli ambulatori “in mancanza di strutture, di medici, di infermieri, di strumentazioni degne del nostro tempo”.

Il segretario provinciale del Sumai invita dunque i cittadini di Napoli a far sentire la loro voce, rivolgendosi alle istituzioni comunali e regionali “affinché questi episodi non abbiano più a ripetersi per salvaguardare la salute, la dignità e il diritto di cittadinanza”.

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