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Martedì 12 GIUGNO 2018
Diabete: negli Usa si sperimenta una pillola che simula gli effetti della chirurgia metabolica

La chirurgia bariatrico-metabolica ha dimostrato di essere in grado di ‘curare’ il diabete di tipo 2, anche per molti anni. Un effetto che compare spesso già all’uscita dalla sala operatoria e che è dunque ampiamente indipendente dal calo ponderale. Un gruppo di ricercatori ha messo a punto questo speciale ‘intervento chirurgico in pillola’ che simula gli effetti della chirurgia, senza dover ricorrere al bisturi e che sembra funzionare. Ma per ora solo sui topi.

Ottenere  gli effetti ‘cancella-diabete’ di un intervento di chirurgia bariatrica potrebbe diventare facile come inghiottire una pillola con un bicchiere d’acqua. E’ la speranza riposta in un esperimento pubblicato su Nature Materials da ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston (Usa).
La chirurgia bariatrica nell’ultima decade si è imposta non solo come trattamento dell’obesità patologica ma anche come strumento per correggere il diabete di tipo 2 nei pazienti obesi (chirurgica ‘metabolica’).
 
Non è pensabile tuttavia sottoporre ad un intervento chirurgico complesso e potenzialmente rischioso una persona con diabete di tipo 2 che non abbia anche associata l’indicazione all’intervento per obesità patologica. Ne consegue che i soggetti con diabete sottoposti a chirurgica bariatrica sono decisamente pochi in rapporto alla prevalenza di questa condizione.
 
E’ partendo da queste considerazioni che l’équipe di Ali Tavakkoli, condirettore del Centro per il trattamento del peso corporeo e  Chirurgia metabolica del Brigham and Women’s Hospital di Boston ha avuto l’idea di cercare di simulare gli effetti dell’intervento chirurgico sulla correzione del diabete di tipo 2 senza ricorrere al bisturi. Se questo nuovo approccio funzionasse davvero, sarebbe l’uovo di Colombo per milioni di pazienti diabetici in tutto il mondo, ma per ora è bene restare con i piedi per terra, anche perché i dati pubblicati sono relativi ad un esperimento condotto sui topi.
 
L’idea è stata quella di mettere a punto un materiale speciale, in grado di ‘verniciare’ temporaneamente le pareti del primo tratto dell’intestino per far in modo che gli alimenti ingeriti non vi venissero a contatto; questo ha consentito intanto di ‘limare’ i picchi di glicemia post-prandiali.
 
“La nostra idea – spiega Jeff Karp, bioingegnere al BWH e coautore dello studio – è quella di mettere a punto una ‘pillola’ che il paziente possa assumere prima dei pasti e che vada a verniciare le pareti dell’intestino, così da simulare gli effetti dell’intervento chirurgico. Negli ultimi anni, abbiamo lavorato con i colleghi chirurghi a questa idea e siamo arrivati a sviluppare un materiale che risponde ad un’importante necessità clinica”.
 
Il ‘materiale’ in questione deve possedere una serie di caratteristiche: intanto deve essere in grado di aderire alla prima parte dell’intestino tenue; poi deve scomparire, senza lasciare traccia nell’arco di poche ore.
 
 I ricercatori americani hanno messo a punto questa sostanza ‘verniciante’, a partire dal sucralfato un agente comunemente utilizzato per ulcere ed esofagite da reflusso.
Il nuovo materiale, battezzato LuCI (Luminal Coating of the Intestine),è in grado di verniciare la prima parte del tenue senza richiedere l’attivazione da parte dei succhi gastrici acidi, per poi dissolversi in un paio d’ore. E, cosa ancora più importante è possibile produrlo sotto forma di ‘polvere’ da racchiudere in una capsula. Chi l’ha messo a punto, lo chiama già colloquialmente ‘intervento chirurgico in pillola’.
 
Nei ratti, il LuCI si è rivelato in grado di isolare temporaneamente dai nutrienti l’intestino degli animali, evitando così i picchi di glicemia post-prandiali; in particolare gli animali hanno mostrato una riduzione del 47% degli spikeglicemici dopo i pasti.
In una seconda parte dell’esperimento, tutt’ora in corso, i ricercatori americani stanno testando LuCI su modelli di roditori obesi e diabetici.
 
Un altro filone di ricerca sta infine cercando di verificare se con LuCI sia possibile somministrare per os delle proteine, senza che queste vengano denaturate dai succhi gastrici.
 
“Il bypass gastrico – conclude Tavakkoli – è uno degli interventi di chirurgia bariatrica più studiati e collaudati del mondo e può apportare grandi benefici per la salute, dall’abbassamento della pressione arteriosa, al miglioramento delle apnee da sonno, alla riduzione del rischio di alcune forme di tumore, oltre a determinare un miglioramento del compenso glicemico, incredibilmente rapido e indipendente dal calo ponderale. Avere a disposizione una ‘pillola’ che vernici l’intestino e che simuli l’effetto dell’intervento chirurgico potrebbe rappresentare un incredibile vantaggio sia per i pazienti che per i medici”.
 
Maria Rita Montebelli

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