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Giovedì 28 GIUGNO 2018
Valle D’Aosta. Praticata l’embolizzazione selettiva dei fibromi uterini al Parini

L’ospedale di Aosta si pone tra i pochi centri italiani ad effettuare l’intervento, frutto della collaborazione tra le discipline di ostetricia e ginecologia, radiologia interventistica e anestesia e rianimazione.

L’embolizzazione selettiva dei fibromi uterini è realtà al Parini di Aosta. Il polo ospedaliero valdostano si pone, infatti, tra i pochi centri in Italia a praticare l’embolizzazione selettiva dei fibromi uterini (UAE, dall’inglese Uterine Artery Embolisation). E “l’embolizzazione arteriosa – evidenzia l’azienda sanitaria valdostana - è la più brillante soluzione terapeutica della fine del secolo scorso nel rispetto della 'self image' della donna e rappresenta l'alternativa alla chirurgia dei fibromi uterini sintomatici”.

I fibromi uterini, spiega ancora la nota, interessano circa il 35% delle donne in età fertile, anche se soltanto nel 50% dei casi diventano sintomatici. In ogni caso, sono i tumori pelvici più frequenti. La vascolarizzazione del fibroma è maggiore rispetto a quella del miometrio circostante ed è responsabile dei sanguinamenti profusi.

L'intervento si svolge in sala angiografica. Dopo l’anestesia locale, viene incannulata l'arteria femorale e realizzato il cateterismo selettivo dell'arteria uterina in modo che le microparticelle possano occludere il letto vascolare peritumorale. Una medicazione compressiva è posta sul punto d'ingresso e la paziente è ricondotta in reparto. L'intervento ha una durata di circa un'ora.

Il delicato intervento, al Parini, è frutto della collaborazione tra gli specialisti di tre diverse branche: il dott. Livio Leo, direttore della SC Ginecologia ed Ostetricia, il dott. Massimiliano Natrella, direttore della SC Radiologia Diagnostica ed Interventistica e il Dott. Luca Montagnani, direttore della SC Anestesia e Rianimazione.

“Questa tecnica – spiega Livio Leo - permette, attraverso una semplice puntura a livello femorale, di “uccidere” i fibromi uterini interrompendo la loro vascolarizzazione. Il decorso post operatorio, grazie alle tecniche di analgesia messe a punto dai nostri anestesisti, non è assolutamente doloroso”.

“La nostra azienda sanitaria – è il commento congiunto dei tre specialisti nella nota - rappresenta una realtà piccola e sotto molti aspetti scarsamente comparabile alle grandi strutture ospedaliere presenti in altre regioni, ma quando cooperiamo e ci mettiamo in gioco riusciamo a fare grandi cose e a raggiungere traguardi importanti. Le manifestazioni di stima e riconoscenza che abbiamo ricevuto dalle pazienti trattate in questi mesi, alcune delle quali provenienti da altre regioni, ci riempiono di gioia e di orgoglio”.

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