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Lunedì 16 LUGLIO 2018
Cavicchi vs Polillo/1. Altro che nuova deontologia e cittadino arché. Si abbassino i toni



Gentile Direttore,
ho letto l’articolo del prof. Cavicchi dell’11 luglio scorso. Confesso di aver provato un franco fastidio non certo per il contenuto – ognuno è libero di esprimere il suo punto di vista – ma per la forma. Aggredire con una gragnuola di insulti un collega che ha il solo torto di aver espresso un parere diverso, ancorché critico, nei confronti di quanto sostenuto dal prof. Cavicchi è un danno prima di tutto all’immagine di QS.

QS raggiunge quotidianamente miglia di medici nel nostro Paese con articoli di elevata qualità che stimolano la riflessione e il confronto. Non credo che QS meriti di diventare una sorta ring dove, alla stregua dei tanti talkshow televisivi, si insulta e si deride come in uno scontro gladiatorio. 

Evitare l’uso proditorio dell’escamotage comunicativo secondo il quale attraverso l’insulto e la derisione si svuotano di significato le argomentazioni dell’avversario, dovrebbe essere un riferimento etico primario di tutti coloro che scrivono, sia pure con diverso titolo, su qualsiasi altro giornale medico.

Non amo la censura anche perché non la ritengo utile, ma un invito fermo a seguire lo stile editoriale di QS, sempre improntato al rispetto e alla pacatezza dei giudizi, credo giovi prima di tutto proprio a QS e poi allo stesso Cavicchi la cui propensione all’ipertrofia è a tutti nota.

Tanto più questo che dico vale se si considera che il Prof. Cavicchi è uno stimato e assiduo collaboratore di QS e ha quindi, in questo senso, una triplice responsabilità: verso i lettori, verso il giornale e verso le persone cui si rivolge.

Quella degli urlatori televisivi non è affatto una buona scuola perché personali semplifica ai minimi termini la complessità delle questioni di interesse riducendole alla poltiglia di un’assemblea di un pessimo condominio riducendo tutto a un volar in aria di stracci. E il dott. Polillo il giorno dopo si è sentito di rendere la pariglia.

Tutto davvero penoso; altro che nuova deontologia e cittadino arché! Abbiamo già un cospicuo numero di mazzieri e di aspiranti mazzieri in Italia, vediamo prima di tutto di non unirci al gregge.

Dott. Giuseppe R. Gristina
Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva – Gruppo di Studio per la Bioetica 

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