quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 18 LUGLIO 2018
“PSaggress”, una app per le segnalazioni di violenza agli operatori sanitari

Nonostante i sistemi di segnalazione e monitoraggio degli atti di violenza siano sempre più diffusi nelle Aziende Sanitarie e Ospedaliere, la sotto-segnalazione degli episodi violenti (il cosiddetto under-reporting) largamente descritta in letteratura e stimata attorno all’80%, rimane ad oggi il più grande ostacolo alla conoscenza del problema

La violenza sul luogo di lavoro è un fenomeno di rilevanza mondiale che raggiunge il suo picco nel settore sanitario, in particolare in Pronto Soccorso, dove medici e infermieri sono esposti a violenze verbali e aggressioni fisiche con tale frequenza da descriverli come “part of job” (parte del lavoro). Dall’analisi dei Rapporti sino a oggi pubblicati emerge che il fenomeno della violenza verso gli operatori è di primaria rilevanza. Fenomeno non nuovo, quindi, ma assurto recentemente, e con sempre più frequenza, agli onori della cronaca per alcuni casi eclatanti, espressione della punta di un iceberg dalle dimensioni drammaticamente considerevoli.

Nonostante, infatti i sistemi di segnalazione e monitoraggio degli atti di violenza siano sempre più diffusi nelle Aziende Sanitarie e Ospedaliere, la sotto-segnalazione degli episodi violenti (il cosiddetto under-reporting) largamente descritta in letteratura e stimata attorno all’80%, rimane ad oggi il più grande ostacolo alla conoscenza del problema e un serio limite per la verifica dell’efficacia reale degli interventi attuati per prevenire, contrastare o minimizzare il fenomeno.

Anche per questo il Ministero della Salute ha istituito un Osservatorio Permanente Contro la violenza verso gli Operatori Sanitari insediatosi il 13 maggio scorso.

Già da alcuni anni, l’Università degli Studi di Firenze ha avviato diversi filoni di ricerca proprio nel campo della Violenza sul lavoro in sanità nell’ambito del Dottorato in Scienze Cliniche, grazie agli studi prima del Dott. Stefano Bambi ed ora del dott. Nicola Ramacciati, entrambi infermieri, sotto la mia guida. I dati dell’Indagine Nazionale 2016 sulla Violenza verso gli Infermieri di Pronto Soccorso rivolta ai 15,618 Infermieri dei 668 Pronto Soccorso operanti in Italia e recentemente pubblicati su prestigiose riviste internazionali, raccontano di un fenomeno straordinariamente diffuso: il 76% dei 1100 infermieri che hanno risposto alla survey hanno dichiarato di essere stati oggetto nel corso dell’ultimo anno di lavoro di violenze verbali, il 15,5% anche fisiche e “solo” l’8,5% di non esserne mai stato vittima. La maggior parte di queste violenze (il 78,3%) sono state segnalate solo informalmente.

Studi recenti suggeriscono che l’uso di sistemi semplici di segnalazione potrebbero facilitarla, per questo l’Università degli Studi di Firenze ha sviluppato un’applicazione sperimentale per smartphone per facilitare e agevolare la segnalazione degli eventi violenti e quindi l’emersione del fenomeno. I risultati di questo studio pilota, presentati a Dublino nell’ultima Conferenza Internazionale sulla Violenza in Sanità, sono stati così rilevanti (emersione del fenomeno del 65%) da spingere l’Università di Firenze a sviluppare in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dell’informazione (diretto dal Prof. Alberto Del Bimbo) e alcuni ricercatori (coordinati dall’Ingegnere Informatico Roberto Caldelli) del MICC (Media Integration and Communication Center)  una vera e propria App per IOs (Apple) e Android, scaricabile gratuitamente da Play Store e Google Store, per segnalare in pochi secondi eventuali episodi di violenza o aggressione con ricezione in tempo reale da parte delle Aziende di appartenenza, garantendo inoltre un monitoraggio continuo dei flussi.
 


Tramite uno studio multicentrico Italiano, attualmente in corso, che vede coinvolti 25 Pronto Soccorso dei quali 15 della Regione Toscana ( per una platea di quasi 1000 operatori sanitari, verrà testerà l’efficacia della modalità di segnalazione via smartphone su un campione rappresentativo di infermieri in un contesto a rischio elevato. I risultati finali saranno presentati il prossimo ottobre in occasione della più importante conferenza mondiale sull’argomento che quest’anno si svolge a Toronto (Canada).
 
L’assessore alla Sanità della Regione Toscana Stefania Saccardi e il Dott. Riccardo Tartaglia, Direttore del Centro Gestione Rischio Clinico e Sicurezza del Paziente, sempre della Regione Toscana, stanno seguendo con attenzione le varie fasi di questo studio, non solo perché enti patrocinanti  insieme alla Federazione Nazionale dell’Ordine degli Infermieri (FNOPI) e all’Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica (Aniarti), ma perché fermamente convinti che grazie all’emersione del fenomeno sarà possibile intraprendere azioni concrete ed efficaci per contrastare con determinazione un problema, quello della violenza verso gli operatori sanitari, dalle conseguenze rilevanti in termini di sicurezza, fiducia e qualità delle cure tanto per gli operatori che per i pazienti.
 
È necessario ritrovare una nuova fiducia tra cittadini e operatori sanitari, ristabilendo quell’alleanza terapeutica così fondamentale per qualsiasi relazione efficace di cura e assistenza. Monitorare il fenomeno servirà oggi per descriverne la magnitudine e sviluppare strategie e interventi di contrasto efficaci e domani per misurarne l’auspicata regressione.

Laura Rasero
Professore associato in Scienze Infermieristiche
Università degli Studi di Firenze

© RIPRODUZIONE RISERVATA