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Lunedì 05 DICEMBRE 2011
Ictus. Più mortale per le donne che per gli uomini. Colpa di pillola e sigarette

Oggi la mortalità maschile per ictus si è ridotta di un terzo, ma per per le donne questo miglioramento non c'è stato, soprattutto in tarda età. Fumo e contraccettivi orali tra i principali nemici. I due fattori, se associati a emicrania con "aura", aumentano i rischi di 30 volte.

Se gli uomini riescono sempre più spesso a riprendersi e recuperare la loro funzionalità, per le donne invece l'ictus significa morte. E non solo perché ne sono più colpite, ma perché arrivano più tardi in ospedale e non presentano sintomi specifici che ne consentano una diagnosi tempestiva. A lanciare l'allarme sono stati gli esperti di ictus e cardiopatie, che si sono riuniti a Milano per la conferenza della 'Women stroke association'.

I dati presentai indicato che in Europa il 55% delle morti delle donne è causato da cardiopatia ischemica e ictus. Sopra gli 80 anni le donne colpite da ictus sono il 20% in più degli uomini. Ma determinate condizioni rendono il rischio altamente più elevato anche nelle fasce di età più giovani. In particolare le donne che soffrono di emicrania con "aura'', che fanno uso di contraccettivi orali e hanno il vizio del fumo hanno un rischio 30 volte maggiore di essere colpite da ictus.

Ma le cattive notizie non finiscono qui.. Sulla cardiopatia ischemica e l’ictus - spiega Paola Santalucia, presidente dell'associazione e dirigente medico del Policlinico di Milano - si sono compiuti grandi progressi nella riduzione della mortalità per entrambi i sessi, ma che in realtà sono molto più ridotti per quello femminile. Basti pensare infatti che oggi la mortalità maschile per ictus si è ridotta di 1/3, mentre per le donne questo miglioramento non c'è stato, soprattutto in tarda età''.
E determinate condizioni rendono il rischio altamente più elevato. In particolare per le donne che soffrono di emicrania con aura'' che fanno uso di contraccettivi orali e hanno il vizio del fumo. Per loro il rischio di essere colpite da ictus è 30 volte maggiore.

Di fatto, rileva preoccupata Santalucia, “l'ictus finisce per rivelarsi un evento mortale per le donne, mentre per gli uomini è diventato curabile''. La maggior parte delle pazienti sono infatti anziane, sole o assistite da badanti o in case di cura, quindi senza una famiglia alle spalle che le segua. ''Ma uno dei problemi principali è che la diagnosi di ictus - aggiunge - arriva per le donne in ritardo anche di ore, quando in questi casi i minuti fanno la differenza. E questo sia per un ritardo culturale, sia per la mancanza di sintomi specifici che invece l'uomo presenta''. Una donna con ictus non manifesta infatti afasia, blocco di una metà del corpo o altri sintomi rivelatori come quelli maschili, ma spesso presentano uno stato confusionale, che non le spinge ad andare al pronto soccorso subito e che spesso non viene subito diagnosticato per quello che è in ospedale.

Ma c'è un altro motivo per cui le donne devono stare attente su questo fronte. Gli ultimi studi hanno infatti evidenziato un maggior rischio di ictus nelle persone sotto i 45 anni che soffrono di emicrania con aura, e in particolare nel sesso femminile. Come spiega Antonio Carolei, professore di Neurologia all'università dell'Aquila, ''si tratta di percentuali basse. Ciò non toglie che sia stato riscontrato un aumento di rischio di ictus in soggetti giovani sotto i 45 anni, e nelle donne sotto i 35 anni, che soffrono di emicrania con aura''. In particolare per il sesso femminile fumo e contraccettivi orali possono rivelarsi particolarmente insidiosi. Il rischio di ictus è infatti 3 volte maggiore con l'emicrania con aura, sale a 6 volte se oltre a soffrire di emicrania si prende anche un contraccettivo orale, di 7 volte se si soffre di emicrania e si fuma, e diventa di 30 volte maggiore se all'emicrania sono associati fumo e contraccettivo. In tutti questi casi comunque l'ictus non si presenta contemporaneamente all'emicrania, ma tempo dopo. ''Tutto ciò non vuol dire - spiega - che le donne in queste condizioni sono candidate sicure all'ictus. Ma il ginecologo, se dalle analisi del sangue riscontra un rischio 'aterotrombotico', deve stare attento a prescrivere la pillola. E le donne dovrebbero evitare di fumare, per non aumentare il potenziale pericolo. Al momento infatti non esiste una terapia per evitare che ciò accada, c'è solo la prevenzione''.

E visto l'impatto economico e sociale che ha l'ictus, la prevenzione diviene quanto mai importante. In base alle cifre elaborate dal Censis, il costo medio annuo sopportato dalla famiglia e dalla collettività per un pazienze colpito da ictus ammonta a 30mila euro circa, con l'esclusione dei costi a carico del Ssn. In particolare i costi diretti sono di 6.370 euro (pari al 21%), mentre quelli indiretti a carico della collettività rappresentano il 78,8% del totale, e comprendono la perdita di produttività dei pazienti (26,2%) e l'assistenza prestata da familiari, amici o parenti che si prendono cura del malato e perdono o riducono le ore di lavoro per assisterlo.
 
Adele Lapertosa

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