quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 24 LUGLIO 2018
Hiv/Aids. In Veneto 13.176 sieropositivi. Ma in quanti sono malati senza saperlo?

Le statistiche regionali stimano, sottraendo i casi dei deceduti, che nel 2016 in Veneto siano stati circa 10.636 le persone con infezione da HIV. Dal biennio 2009-2010 il numero di nuove infezioni si è stabilizzato tra i 250 casi e i 300 nuovi casi all’anno. Zaia: “Malattia ancora presente e pericolosa. Per questo la Regione del Veneto non l’ha né dimenticata né sottovalutata: la studia, la previene e la cura con tutta l’attenzione che merita”.

Si è svolta ieri ad Amsterdam la XXII^ Conferenza Mondiale sull’Aids, la più grande assemblea a livello mondiale in tema di salute che riunirà, anche quest'anno, oltre 15.000 scienziati, attivisti, operatori sanitari, responsabili politici e leader globali. In Veneto l’infezione da HIV dal 1988, anno in cui la Regione del Veneto, prima in Italia, istituì un sistema di sorveglianza, ad oggi è stata riscontrata in 13.176 persone. A queste si dovrebbero aggiungere quelle che potrebbero aver contratto la malattia, ma che non ne sono ancora a conoscenza. Le statistiche regionali stimano, sottraendo i casi dei deceduti, che nel 2016 in Veneto siano stati circa 10.636 le persone con infezione da HIV.

Dal biennio 2009-2010 il numero di nuove infezioni si è stabilizzato tra i 250 casi e i 300 nuovi casi all’anno, mentre risultano essere 207 i casi HIV segnalati nel corso del 2016.  

“Da circa metà degli anni ’80 ad oggi – sottolinea il Presidente della Regione Luca Zaia - l’Aids sembra apparentemente essere entrata in una zona d’ombra dal punto di vista mediatico, sicuramente anche grazie ai progressi della medicina, che via via l’hanno avvicinata a caratteristiche di cronicità, con un notevole calo della mortalità. Ciò nonostante il Rapporto della nostra Direzione Prevenzione ci segnala una malattia ancora presente e pericolosa. Per questo la Regione del Veneto non l’ha né dimenticata né sottovalutata: la studia, la previene e la cura con tutta l’attenzione che merita da un sistema sanitario d’eccellenza come il nostro”.

Ed ancora fa notare Zaia: “Siamo protagonisti a tutti i livelli e proprio Il 27 ottobre scorso abbiamo sancito l’intesa in Conferenza Stato-Regioni del Piano nazionale di interventi contro HIV e AIDS - (PNAIDS) che prevede, tra l’altro campagne di informazione e formazione, l’impiego degli strumenti di prevenzione e di interventi finalizzati alla modifica dei comportamenti, la lotta contro la stigmatizzazione, l’estensione dell’uso di terapie efficaci, anche nella prevenzione, con conseguente ricaduta sulla riduzione delle nuove infezioni da HIV e il rispetto dei diritti delle popolazioni maggiormente esposte. Tutte attività che il Veneto ha in essere o in cantiere e che sono riconducibili anche al vigente Piano Regionale di prevenzione 2014-2018”. In Veneto è presente una rete efficace e qualificata.

“L’assistenza ai pazienti - aggiunge l’Assessore alla Sanità Luca Coletto - è affidata alle U.O.C. di Malattie Infettive, dislocate nei capoluoghi di provincia (Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia-Mestre, Verona, Vicenza) e in tre altri centri locali (Santorso in provincia di Vicenza, Legnago e Negrar in provincia di Verona). In queste strutture ed in altre dislocate a livello territoriale è possibile sottoporsi al test per HIV in modo anonimo e gratuito e senza impegnativa del Medico di Medicina Generale, e, le persone con infezione possono ricevere le cure appropriate.

È assicurata, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e regionale, la totale privacy sui pazienti, inoltre, una volta contratta l’infezione, è prevista la totale esenzione del ticket e ciò rende completamente gratuite le procedure diagnostiche e terapeutiche.

Endrius Salvalaggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA