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Lunedì 03 SETTEMBRE 2018
Camu camu: le performance anti-obesità di un frutto esotico

E’ un frutto della foresta amazzonica ricchissimo di vitamina C e polifenoli che, se assunto con costanza (almeno negli animali da esperimento sui quali è stato testato), induce una riduzione di peso, anche in corso di diete obesogene, e migliora il metabolismo glucidico. L’effetto potrebbe essere dovuto ad un accelerazione del metabolismo basale e sembra mediato, almeno in parte, da una modulazione del microbioma intestinale

E’ affidata ad un esotico frutto della foresta amazzonica la speranza di un nuovo presidio anti-obesità. Almeno stando ai risultati di uno studio dell’Université Laval e del Quebec Heart and Lung Institute Research Centre. Il lavoro è pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Gut.
 
Il camu camu (Myrciaria dubia) è un frutto ricchissimo di vitamina C (ne contiene 20-30 volte più dei kiwi) e di polifenoli (presenti in concentrazioni 5 volte superiori a quelle delle more). Sarebbe proprio l’elevata concentrazione di fitochimici a conferire al camu camu le sue proprietà contro obesità e malattie metaboliche.
 
L’idea di condurre uno studio sul camu camu deriva dai risultati di ricerche precedenti in ambito obesità/malattie metaboliche, che avevano messo in luce gli effetti benefici delle bacche ricche di polifenoli.
Per testare questa ipotesi, i ricercatori canadesi hanno nutrito due gruppi di topi con una dieta ricca di zuccheri e grassi per 8 settimane; a metà degli animali venivano somministrati inoltre ogni giorno anche estratti di camu camu. Alla fine del periodo di studio, gli animali sono stati pesati e quelli che avevano assunto il camu camu pesavano il 50% in meno rispetto al gruppo di controllo, nonostante la dieta consumata dagli animali fosse la stessa.
Secondo gli autori dello studio, questo effetto anti-obesità del camu camu potrebbe essere mediato da un aumento del metabolismo basale e dall’attivazione del grasso bruno (BAT).
 
Oltre agli effetti sul peso, gli animali che avevano assunto il camu camu presentavano anche un miglioramento del compenso glucidico e della sensibilità all’insulina, oltre ad una riduzione delle concentrazioni di endotossine e di marcatori di infiammazione metabolica.
 
“Tutte variazioni – commenta il primo autore dello studio, il professor André Marette dell’Université Laval – accompagnate da modificazioni della composizione del microbiota intestinale caratterizzate da un notevole aumento di Akkermansia muciniphilae da una riduzione significativa dei lattobacilli. Il trapianto di questa tipologia di microbiota ad animali germ-free ha inoltre prodotto, almeno temporaneamente, degli effetti metabolici simili a quelli osservati negli animali che avevano assunto estratto di camu camu. I risultati di questi esperimenti suggeriscono dunque che i positivi effetti metabolici del camu camu potrebbero essere mediati, almeno in parte, dalla modulazione del microbiota intestinale”.
 
Il prossimo step di questo filone di ricerca prevede la ripetizione di questo esperimento nell’uomo. I ricercatori non temono effetti tossici, visto che gli estratti di camu camu sono in commercio da anni come presidio anti-stress, per combattere gli stati di affaticamento e stimolare il sistema immunitario.
 
Maria Rita Montebelli

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