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Martedì 11 SETTEMBRE 2018
Gotta e demenza, associazione possibile

La gotta come possibile marker predittivo della demanza. È quanto ipotizza uno studio USA presentato al congresso Eular, il meeting annuale della lega europea contro le malattie reumatiche, che ha preso in considerazione di da ti di oltre un milione di persone

(Reuters Health) – La gotta potrebbe essere associata a un maggior rischio di demenza nelle persone anziane. E’ quanto emerge da una nuova ricerca presentata a Eular 2018, il meeting annuale della lega europea contro le malattie reumatiche.
 
“La gotta potrebbe essere un marker di altre condizioni croniche e forse i medici potrebbero discutere della possibilità di demenza con chi ha questa malattia del metabolismo – ipotizza Jasvinder Singh, della University of Alabama di Birmingham, che ha preso parte al lavoro – Ma come ogni studio epidemiologico, anche il nostro ha diverse limitazioni e serviranno ulteriori ricerche e trial clinici per capire i percorsi patogenici coinvolti nell’aumento del rischio”.
 
Lo studio. 
Lo studio di coorte osservativo è stato condotto su dati Medicare. Nel campione considerato di 1,23 milioni di persone, 65.324 hanno avuto demenza incidente. I tassi di incidenza grezza nelle persone senza e con la gotta sono stati rispettivamente di 7,36 e 13,58 per 1.000 anni-persona. In analisi multivariata, la gotta è stata collegata in modo indipendente con un rischio significativamente maggiore di demenza incidente (hazard ratio 1,17), che è stato confermato nelle analisi di sensibilità.
 
Avere più di 75 anni è stato associato a un rischio di demenza di 6,3 volte superiore. È stato registrato anche un rischio di demenza più alto per le donne, per i neri e per chi aveva più comorbilità. Nelle analisi dei sottogruppi, la gotta era significativamente legata alla demenza in pazienti senza comorbilità chiave: malattia coronarica, malattie cardiovascolari, ipertensione, iperlipidemia o diabete, ma non in quelli con una di queste, eccetto la malattia coronarica.

I commenti
. Singh ha riconosciuto diverse limitazioni dello studio, incluso il fatto che sono stati esaminati dati di over65 quindi i risultati non possono essere generalizzati all’intera popolazione.  Tra i punti di forza, invece, c’è che i dati Medicare sono piuttosto rappresentativi degli over 65. Alexander So, professore di reumatologia al Lausanne University Hospital in Svizzera, ha commentato: “Questo studio contribuisce all’attuale dibattito su come la gotta e l’iperuricemia sottostante possano influire sulle funzioni cognitive. I dati suggerirebbero che la gotta danneggi le funzioni cognitive”.
 
So, che non è stato coinvolto nello studio, ha aggiunto che studi futuri dovranno stabilire se l’associazione è dovuta a un aumento della malattia vascolare, quale tipo di demenza è coinvolta e se il legame è davvero secondario rispetto a diabete e ipertensione. “Per il momento – ha osservato – questi dati non influenzeranno la pratica clinica, ma rafforzano l’idea che i pazienti di gotta sono a rischio per molte condizioni comorbilità come l’ipertensione, le malattie cardiache e ora, forse, la demenza”.

Fonte: Ann Rheum Dis 2018

 
Lorraine L. Janeczko
 

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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