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30 SETTEMBRE 2018
Politiche nel bilancio UE (2021-2027). Sanità da spesa a investimento attraverso i fondi europei per lo sviluppo

La Commissione europea ha adottato una proposta legislativa per un nuovo programma del Fondo sociale europeo plus (FSE +) nel maggio 2018. I potenziali candidati al finanziamento sono le autorità sanitarie nazionali, nonché enti pubblici e privati, organizzazioni internazionali e organizzazioni non governative, con un interesse generale per la salute a livello dell'UE e che sostengono gli obiettivi specifici del programma.

Abbiamo tutti un'idea dell'impatto della sanità pubblica sull'economia del Paese? Rappresenta la seconda voce di spesa più importante per il Governo, con un ammontare equivalente al 7,1 % del Pil, destinato a diventare il 9% nel 2060 secondo le proiezioni della Ragioneria Generale dello Stato. Inoltre si stima che la spesa Out Of Pocket delle famiglie per cure mediche si attesti intorno al 23% del totale della spesa sanitaria.

Questi dati mettono in evidenza il ruolo svolto dal Ssn di sostegno alla società; evidenziano come accedere alle cure mediche sia una precondizione essenziale per lo sviluppo del capitale umano di una nazione tanto quanto la possibilità d' accesso all'istruzione di base. Emerge dunque come la Sanità non debba e possa essere considerata un settore di secondo piano, una spesa alla deriva in balia della path dependency, ma possa e debba diventare il timone della crescita e della ripresa italiana.

Il potenziale e le opportunità non mancano: la Sanità, infatti, non solo è uno dei settori con più alto tasso d'innovazione tecnologico ma è anche un vettore diretto per migliorare la forza lavoro ed il capitale umano. Per quanto riguarda il lato degli investimenti, invece, sono i fondi europei per lo sviluppo a presentarsi come occasione da sfruttare. L'investimento dei fondi strutturali in sanità risponde quindi all'esigenza della politica di coesione europea permettendo di ridurre le disuguaglianze economiche e sociali.

In primis favorisce il miglioramento delle condizioni generali di salute della popolazione, il che, a sua volta, rende più efficaci le politiche dirette all'aumento della produttività, dell'offerta di lavoro, dello stock di capitale umano e, di conseguenza, della crescita. Quindi contribuisce alla riduzione dei costi futuri di prevenzione e trattamento delle malattie. Infine riduce il rischio di esclusione sociale dei soggetti più vulnerabili, i quali soffrono più frequentemente di malattie o disabilità che prevengono la loro partecipazione attiva nel mercato del lavoro.

Tuttavia, affinché ciò accada occorre superare due principali resistenze che incorrono quando si valuta lo stanziamento dei fondi comunitari strutturali a settori come la Sanità.

La prima è legata all' attuale forma mentis che vede questo settore come una spesa e non come un potenziale fattore di successo per il paese.
La seconda è la scarsa evidenza di rendimenti ben definibili e facilmente misurabili.
I fondi infatti vengono spesso deviati verso settori con un ritorno economico più immediato e misurabile in maniera oggettiva.

Una proposta che si muove in tal senso è quella di migliorare la cost-efficiency con l'utilizzo di strumenti adeguati, come l' Health Technology Assessment(HTA) o l' e-health. Questi strumenti permettono di valutare l'adozione di nuove tecnologie e innovazioni in ambito sanitario o di rafforzare la prevenzione, la diagnosi, il trattamento, il monitoraggio delle malattie, supportare la gestione di informazioni e di networks, il monitoraggio dei LEA e il controllo della spesa sanitaria.

Il cambiamento di rotta via fondi strutturali comunitari è quindi un'opportunità che l'Italia, oggi più che mai, non può perdere. La Commissione europea ha adottato una proposta legislativa per un nuovo programma del Fondo sociale europeo plus (FSE +) nel maggio 2018, basato sul proposto quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027. 

Servirà come principale strumento finanziario dell'UE che guida gli investimenti nelle persone nell'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali , comprese le politiche sanitarie. Gli aspetti sanitari del programma FSE + faciliteranno le sinergie con altri strumenti dell'UE che forniscono finanziamenti a progetti relativi alla salute.

Il programma (FSE +) unisce fondi e programmi esistenti, tra cui:
Il Fondo sociale europeo (FSE) e l' Iniziativa per l' occupazione giovanile (YEI)
Il Fondo per gli aiuti europei agli indigenti (FEAD)
Il programma Occupazione e innovazione sociale (EaSI)
Il programma di salute.
 
Il finanziamento del programma (FSE +) si concentrerà su tre assi principali:
Il primo copre l'assistenza materiale di base alle persone più indigenti
Il secondo riguarderà le iniziative che promuovono l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI)
Il terzo riguarda iniziative volte a prevenire i rischi per la salute e promuovere la salute pubblica.

Il nuovo quadro finanziario pluriennale presenta una forte dimensione sanitaria: le politiche sanitarie saranno finanziate sia attraverso finanziamenti dedicati (sezione dell'FSE +) sia attraverso altri strumenti finanziari chiave. I finanziamenti per le attività connesse alla salute saranno disponibili attraverso il fondo sociale, la ricerca, il mercato digitale, i fondi regionali e di coesione e altri meccanismi di sostegno che aumentano l'impatto delle politiche sanitarie.
 
Perché la salute fa parte dell'FSE +?
La sezione del programma FSE sull'assistenza sanitaria sosterrà le politiche di sanità pubblica per raggiungere l'obiettivo di garantire un livello elevato di protezione della salute nell'Unione. Si prevede inoltre di integrare altre azioni dell'FSE + nell'affrontare le sfide sanitarie individuate nel semestre europeo. L'integrazione della salute nell'FSE + porterà a nuove sinergie con gli altri elementi costitutivi del pilastro europeo dei diritti sociali.

La sezione sanitaria del programma FSE + mira a sostenere e integrare gli sforzi nazionali per conseguire, ad esempio, i seguenti obiettivi:
Rafforzare la preparazione e la risposta alle crisi nell'UE per proteggere i cittadini dalle minacce sanitarie transfrontaliere.

Rafforzare i sistemi sanitari, sostenendo la trasformazione digitale della salute e dell'assistenza, lo sviluppo di un sistema di informazione sanitaria sostenibile e i processi nazionali di riforma per sistemi sanitari più efficaci, accessibili e resilienti affrontando, in particolare, le sfide identificate nel semestre europeo.

Sostenere la legislazione dell'UE in materia di sanità pubblica (medicinali, HTA, tabacco, assistenza transfrontaliera).

Sostenere il lavoro integrato: attuazione delle migliori pratiche per sostenere l'innovazione strutturale nella sanità pubblica (ad esempio ERN, HTA e attuazione delle migliori pratiche in materia di salute, promozione della salute, prevenzione e gestione delle malattie).

Finanziamento destinato alla salute nell'ambito del FSE +
Il programma FSE + comprende in particolare 413 milioni di euro per il settore Salute. La nuova architettura di ESF + non solo preserverà uno specifico filone sanitario, ma sosterrà anche l'integrazione della salute in altre politiche correlate e il coordinamento tra diverse linee complementari legate alla salute.

Principali beneficiari per il finanziamento della salute nel nuovo programma FSE +
I potenziali candidati al finanziamento sono le autorità sanitarie nazionali, nonché enti pubblici e privati, organizzazioni internazionali e organizzazioni non governative, con un interesse generale per la salute a livello dell'UE e che sostengono gli obiettivi specifici del programma.
Il bilancio del FSE e dell'FSE + fornirà finanziamenti attraverso tutti i mezzi previsti dal nuovo regolamento finanziario (sovvenzioni, appalti).
Teniamo altresì conto che per aumentare l'impatto del bilancio dell'UE nelle politiche sanitarie, altri strumenti finanziari dell'UE (ad esempio il Fondo europeo di sviluppo regionale, Horizon Europe , Europa digitale , Fondo InvestEU , Meccanismo per collegare l'Europa , ecc.) possono essere adoperati. 

I prossimi passi da fare:
Il Consiglio deve concordare all'unanimità il futuro bilancio UE a lungo termine e la proposta legislativa, con il consenso del Parlamento europeo.
La Commissione ha già dichiarato che farà tutto quanto è in suo potere per facilitare un rapido accordo.
Si prevede che il Consiglio adotti formalmente la sua posizione entro il mese di ottobre, posizione che costituisce il mandato della presidenza austriaca per negoziare il bilancio dell'UE per il 2019 con il Parlamento europeo.

 Un accordo dovrebbe essere raggiunto prima delle elezioni del Parlamento europeo e del vertice di Sibiu del 9 maggio 2019 sul futuro dell’Unione.
Dunque se vogliamo intraprendere coraggiosamente la strada degli investimenti in sanità dobbiamo fare presto, occorrono progetti soprattutto per colmare lo squilibrio nord - sud del paese, in strutture tecnologie ed innovazione, intraprendere con coraggio l’intera digitalizzazione del sistema in tutto il paese per l’effetto moltiplicatore di risparmio, di efficientizzazione del sistema, di trasparenza di prodotto e di processo, di cui la sanità italiana ha bisogno.
Grazia Labate ricercatore in economia sanitaria già sottosegretaria alla sanità
 
P.S. A proposito di quanto versiamo, quanto riceviamo e quanto non siamo capaci di spendere appartenendo all’UE.
Nel 2016 l'Italia ha ricevuto €11,59 miliardi di fondi UE a fronte dei 13,393 versati. Di questi, le spese destinate all'agricoltura sono state €5,11 miliardi di euro (44%). Alle politiche regionali sono stati destinati €4,57 miliardi (39%). Alla ricerca e allo sviluppo è stato destinato il 1,2%.

Il dato che vede l’Italia fanalino di coda per investimenti è quello dei fondi strutturali Ue destinati alle aree più deboli. I fondi comunitari sono strutturati per cicli di sette anni. L’ultimo ciclo è stato avviato nel 2014 e si concluderà quindi nel 2020. Ebbene a dicembre 2017, l’Italia aveva speso (solo) il 3% della montagna di soldi che l’Europa ha stanziato per le aree più deboli: 42,67 miliardi. Per inciso, siamo il secondo Paese dell’Unione destinatario di questi denari (prima di noi solo la Polonia). Nel 2017 l’Italia ha ricevuto quasi 9,8 ardi di euro a fronte dei 12 ardi versati e le percentuali di destinazione dei medesimi sono pressoché identiche al 2016.
 
Grazia Labate
Ricercatrice in Economia sanitaria, già sottosegretaria alla Salute

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