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Venerdì 12 OTTOBRE 2018
Manovra. La pagheranno i ceti medi, medici compresi



Gentile direttore,
scrivere qualcosa che non sia già stato scritto è molto difficile, e ancor più difficile su un argomento che – almeno a parole – interessa a tutti, qualcosa che – pur con i prevedibili gesti apotropaici di qualcuno – coinvolge tutti: la sanità. Il Sistema Sanitario Nazionale. Proviamo allora a scrivere qualcosa che magari apparirà banale. Corriamo il rischio.

Con il massimo rispetto per tutti coloro che esprimono in perfetta buona fede il proprio punto di vista in materia, forse si è perso di vista il problema, preferendo concentrarsi su cause e concause.

Una di quelle occasioni in cui si cita a proposito l’uovo e la gallina (o il sesso degli angeli, se preferite) per esemplificare taluni spunti di discussione che impegnano volentieri distinti gentiluomini ad affabulare con modi cortesi o alterati, ma che in ogni caso si concludono con un perfetto nulla di fatto.
Capita infatti di leggere ed ascoltare tante persone che si affannano a dire che la colpa “è di chi c’era prima” e che da oggi si cambia pagina, mentre “chi c’era prima” si affanna a descrivere la bellissima Italia “di quando governavamo noi”.
 
Scrivere del perché il SSN è sempre stato sotto-finanziato e oggi siamo arrivati a 6,6 del PIL è utile solo se si addiviene ad una decisione diversa, e non molto di più si raggiunge se si individuano con esattezza i responsabili, anche perché decine di governi hanno dichiarato di voler fare bene, e hanno lasciato le cose esattamente come stavano… se non peggio.
 
Oggi, nell’anno di grazia 2018 che sta per volgere al termine, il Governo in carica, legittimato da sondaggi favorevoli inusuali per l’Italia, deve decidere dove destinare i soldi dei contribuenti, italiani e non solo. Si, perché non bastano i nostri, così prevediamo di prendere a prestito in più.
Spendiamo ora per incassare di più a breve. Ci indebitiamo per crescere. Alla possibilità che vada male preferiamo non pensare. E speriamo non ci pensino gli speculatori…
 
Parliamo quindi di dove destinare le risorse, come spendere quei benedetti soldi. E – in primis – quanti soldi saranno destinati al SSN, in via diretta ed indiretta.
 
Noi abbiamo da garantire la sanità in tutte le sue sfaccettature: quella d’urgenza, quella di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, quella di territorio, la diagnostica, e dobbiamo anche garantire un’adeguata programmazione dei fabbisogni, non solo nel numero attuale dei dipendenti del SSN, ma nella previsione delle uscite dal lavoro (quando le benedette norme previdenziali lo consentiranno senza lacci e lacciuoli e penalizzazioni e imposizioni varie), per rimpiazzare i colleghi anziani con giovani medici ben formati e specializzati, ben motivati e dotati di attrezzature adeguate e di altrettante strutture adeguate.
 
Medici che possano utilizzare la propria preparazione ed accrescere la loro capacità clinica in modo fruttuoso per il Paese, per rispettare e migliorare la condizione umana, per dare un senso compiuto ed una continuità a quanto previsto dall’art. 32 della Costituzione italiana, e dalla Legge 833/78 di cui ricorrono i 40 anni.
 
E non abbiamo minimamente citato il rinnovo del CCNL dei medici del SSN, che non vede proposte degne di tale nome da un decennio. Anzi: non vede uno straccio di rinnovo da un decennio.
 
E allora si dica chiaro e tondo che i soldi servono per consolidare il consenso… Un po’ come il discorso degli 80 euro che si aborriva se veniva fatto da altri. Noi almeno Cisl Medici lo abbiamo criticato a prescindere dalla matrice politica di provenienza….
 
Qui si assisterà invece ad una manovra pre-elettorale ufficialmente rivolta ai ceti meno abbienti e ad alcune categorie produttive, ma in realtà tutti i lavoratori dipendenti, pubblici o no, pagheranno un po’ di più e avranno un po’ di meno, in ossequio alla loro impossibilità di evadere le tasse e alla colpa di godere della fortuna di avere un lavoro.
 
Ma quando si camuffa un condono con il termine “pace fiscale” si offendono tutti coloro i quali ancora credono nello Stato e silenziosamente contribuiscono a farlo stare in piedi.  Signori del governo fornite un po’ di linfa al SSN e assicurate… non un ricco, ma un dignitoso contratto ai medici, dopo dieci anni. Assicurate mezzi adeguati agli ospedali, sicurezza e serenità a chi ci lavora.
 
Assicurerete il futuro all’Italia. Tutta. E per questo noi saremo al sit-in in piazza Montecitorio il giorno 17 ottobre e parteciperemo allo sciopero nazionale del 9 novembre p.v., per sensibilizzare l’opinione pubblica a difesa del SSN messo seriamente in pericolo. Piuttosto che festeggiare i 40 anni del SSN pubblico e universalistico se non si fa una sterzata a 360° a fine anno celebreremo la sua dipartita.
 
Biagio Papotto
Segretario Generale Cisl Medici 

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