quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 16 OTTOBRE 2018
L’hip-hop porta i giovani a fumare? I medici lanciano l’allarme

Una preoccupante presenza popola i video dei brani di hip-hop più popolari: il fumo. Quello delle sigarette tradizionali, della marijuana e dello svapo, in questo caso con tanto di brand in bella vista. Un messaggio che viene offerto con una frequenza preoccupante ai ragazzi (sono video che fanno anche un miliardo di visualizzazioni su YouTube), peggiorato dal fatto che a fumare è spesso proprio il loro idolo musicale. A lanciare l’allarme uno studio americano che fa appello alla policy anti-fumo di Google.

L’hip-hop fa sempre più tendenza come fenomeno musicale, al punto da aver superato il rock come il genere musicale più diffuso negli Usa lo scorso anno. Ma adesso uno studio pubblicato su  JAMA Internal Medicine lancia un allarme che ha come protagonista proprio questa musica così popolare tra le nuove generazioni.
 
Facendo una ricerca su YouTube, iTunes, Vimeo, Tidal e i siti internet dei singoli artisti, i ricercatori  del Dartmouth Institute for Health Policy and Clinical Practice e della Johns Hopkins University Bloomberg School of Public Health si sono accorti di un inquietante fenomeno. In almeno la metà dei 769 video di hip-hop pubblicati tra il 2013 e il 2017 e relativi a brani presenti nella Billboard Top 50, sono riprese persone (spesso il protagonista stesso del video) intente a fumare sigarette o marijuana;. E parliamo di video che hanno  totalizzato oltre 39 miliardi di visualizzazioni.
 
La percentuale di canzoni e relativi video musicali, contenenti immagini di sigarette o e-cig è passata dal 44% del 2014, al 40% del 2015, al 50% del 2016, al 47% del 2017. Nel 2017, solo l’8% di questi video conteneva immagini di sigarette di marca, ma il cosiddetto brand placement delle e-cig nei video hip-hop è passato dal 25% del 2013, all’88% del 2017.
 
Emblematico, rispetto al fenomeno descritto da questa ricerca, è il video di “I’m The One” di DJ Khaled, con Justin Bieber, Quavo, Chance The Rapper e Lil Wayne. Qui c’è proprio di tutto: dalle sigarette tradizionali, alle e-cig, ad un bell’esempio di brand placement (KandyPen). Questo video ha totalizzato finora 1.120.645.000 visualizzazioni.
 
 “Non ci sono dubbi che gli artisti di hip-hop abbiamo contribuito positivamente al cambiamento sociale e a rendere note questioni quali la violenza della polizia contro minoranze etniche – ammette il primo autore dello studio Kristin Knutzen, Dartmouth Institute  - ma questo tipo di musica (come anche altre, in voga tra i giovani) ritrae spesso persone che fumano, e questo può avere un impatto non indifferente sui giovani, aumentando la possibilità che si avvicinino al fumo”.
 
Insomma, aver eliminato le pubblicità delle sigarette dai media tradizionali, non sembra essere servito a molto se queste immagini vanno a target direttamente sui giovani, per di più veicolate dai loro idoli. Gli autori dello studio, senza mezzi termini, ritengono questo fenomeno una potenziale minaccia alla salute pubblica. Anche perché la prevalenza dell’uso di sigarette di tabacco e marijuana o di e-cig è andato aumentando parallelamente alla popolarità di queste canzoni. Un fenomeno insomma sul quale riflettere.
 
Anche perché, fanno notare gli autori dello studio, questi video musicali offrono una serie di opportunità, per nulla regolamentate, di pubblicità di prodotti del tabacco, e-cig e marijuana. Potrebbe insomma essere opportuno intervenire con norme di legge col fine ultimo di ridurre l’uso di sigarette e marijuana tra i giovani.
 
Ma al di là dell’aspetto censorio delle leggi di Stato, sarebbe opportuno, suggeriscono i ricercatori americani, che la stessa industria musicale e i social intervenissero per arginare il fenomeno. La pubblicità dei prodotti del tabacco è già espressamente vietata su Google, che è proprietaria di YouTube. Basterebbe essere dunque coerenti con le policy di Google e vietare la pubblicazione su YouTube di video musicali con brand di sigarette o e-cig in bella vista.
 
Maria Rita Montebelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA