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Giovedì 25 OTTOBRE 2018
Pronto il primo Piano sociale nazionale. Stanziati 275 milioni. Il testo alla Conferenza Unificata

Le voci finanziate sono molte. Ad esempio: segretariato sociale, telefonia sociale, centri di ascolto tematici, ecc. Poi anche servizio sociale professionale, valutazione multidimensionale, servizio per l'affidamento minori, per adozione minori, ecc. E ancora interventi per le mense sociali e servizi per l'igiene personale, per sostegno a specifici target in emergenza sociale, distribuzione pasti e/o lavanderia a domicilio, assistenza domiciliare integrata con servizi sanitari, ecc. IL PIANO, IL RIPARTO DEI FONDI.

Approda in Conferenza Unificata e sarà trattato in una delle prossime riunioni il riparto per il Piano sociale nazionale che per la prima volta entra in scena come atto di programmazione nazionale delle risorse che fanno capo al Fondo nazionale per le politiche sociali e individua lo sviluppo degli interventi e dei servizi necessari per la progressiva definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali da garantire su tutto il territorio nazionale.
In tutto si tratta di un riparto da 275.964.258 euro, un milione in meno dello scorso anno.
 
Di questo importo, 266. 731. 731 euro sono ripartiti alle Regioni e 9.232.527 euro è la quota attribuita al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per gli interventi a suo carico e la copertura degli oneri di funzionamento per il raggiungimento degli obiettivi istituzionali.

Le voci finanziate sono molte. Ad esempio: segretariato sociale, telefonia sociale, centri di ascolto tematici, ecc. Poi anche servizio sociale professionale, valutazione multidimensionale, servizio per l'affidamento minori, per adozione minori, ecc. E ancora interventi quali mensa sociale e servizi per l'igiene personale, per sostegno a specifici target in emergenza sociale, distribuzione pasti e/o lavanderia a domicilio, assistenza domiciliare integrata con servizi sanitari, ecc. Fanno parte delle voci finanziate anche i servizi accoglienza di adulti e anziani, i centri per le famiglie, centri diurni riabilitativi, laboratori, centri di aggregazioni sociali, ecc.

La quota dovrà occuparsi anche delle residenze per anziani, strutture per disabili, comunità educativo-assistenziali, ecc. e dare supporto all'inserimento lavorativo, buoni spesa o buoni pasto, interventi per senza dimora, contributi economici per servizi alla persona, per alloggio, per i servizi scolastici, ad integrazione del reddito familiare, ecc.  

Il Piano allegato al provvedimento deve essere considerato di transizione, lasciando un certo grado di libertà alle Regioni e ai territori nell'utilizzo delle risorse.

Per questo in sede di prima applicazione, resterà valido il riferimento alla matrice di macro-livelli e aree di intervento su cui dal 2013 le Regioni programmano le risorse del Fondo e che, per non più del 40% della quota trasferita, l'unico limite all'utilizzo del FNPS sia rappresentato dal complesso degli interventi e dei servizi sociali come delimitato dalla stessa matrice.

Dal punto di vista degli interventi c’è ad esempio quello delle politiche di tutela del diritto di bambini e ragazzi a una famiglia, non solo i diversi livelli di governo territoriale ma anche l'area del terzo settore e della società civile. L'apertura dei tavoli di confronto ha portato alla redazione condivisa di documenti di indirizzo in tema di affidamento familiare, poi di accoglienza in strutture residenziali e sull'intervento con bambini e famiglie in situazioni di vulnerabilità.

Sono tutte linee di indirizzo richiamate nel Piano e costituiscono il principale riferimento per l'attuazione delle politiche per l'infanzia e l'adolescenza a valere sulle risorse del FNPS.
 

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