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Giovedì 25 OTTOBRE 2018
L’ospedale di Chioggia rischia di essere declassato dal nuovo Pssr. Ma per l’Ulss non c'è da preoccuparsi

A lanciare l’allarme è il vicesegretario Veneto del PD, Lucio Tiozzo. La preoccupazione è dovuta alla norma dell’attuale PSSR che prevede il declassamento degli ospedali con un bacino di utenza sotto i 250.000 abitanti. Ma per il Dg Dal Ben ma la città “non deve temere nulla” in considerazione “delle caratteristiche tali per morfologia e conformazione del territorio”. Tant’è che “la Regione Veneto ne ha addirittura potenziato l’ospedale e sta continuando a farlo”. GLI INVESTIMENTI NELL'OSPEDALE DI CHIOGGIA DAL 2012 AD OGGI

L’ospedale di Chioggia dal 2012 è entrato in una fase di aggiornamenti e di riammodernamento in termini di strutture, di tecnologie e di risorse umane: sono stati fatti investimenti dalla Radiologia, al Cup, dal Centro prelievi al Pronto Soccorso e, in ambito tecnologico, è stata acquistata  una Tac nuova di zecca, riaggiornata la Risonanza Magnetica e, sempre dal 2012 ad oggi, sono stati nominati otto primari e, attualmente, sono in itinere le procedure per sostituire due pensionamenti.
 
Da quando c’è questa Direzione Generale, su 371 incarichi cessati sono stati assunti ben 388 nuovi dipendenti. Sul territorio sono state attivate ben 5 medicine di gruppo integrate con 47 medici che lavorano in rete e sinergia. A fronte di tutto questo lavoro c’è, però, il nuovo PSSR che mette in discussione il futuro di questo ospedale. A lanciare l’allarme è il Vicesegretario Veneto del PD, Lucio Tiozzo, che è stato anche consigliere Regionale Veneto.

La preoccupazione è dovuta al fatto, almeno da quello che si legge nell’attuale PSSR, che gli Ospedali con un bacino di utenza sotto i 250.000 abitanti saranno declassati. “Se l’ospedale di Chioggia dovesse essere declassato passerebbe da Spoke ad Ospedale declassato. Esistono 3 tipologie di ospedali, gli Hub, Spoke ed gli ospedali con un bacino con meno di 250.000 utenti. Questi sono ospedali depotenziati nei loro servizi”.

Secondo il direttore Generale Dal Ben della - Ulss 3 Serenissima, invece, non c’è da preoccuparsi. “L’ospedale di Chioggia rientra nella fattispecie dei bacini inferiori a 250.000 abitanti, ma la Citta’ non deve temere nulla perché il suo territorio – come peraltro quello di Venezia – presenta delle caratteristiche tali per morfologia e conformazione, che la Regione Veneto ne ha addirittura potenziato l’ospedale e sta continuando a farlo. Gli investimenti di questi ultimi 5-6 questi anni sono stati realizzati proprio per garantire ai cittadini di Chioggia e del suo territorio circostante un ospedale degno della sesta città del Veneto” ”.

Chioggia è un isolotto collegato solo dalla strada statale Romea. Oltre a questo problema di possibile declassamento dell’ospedale di Chioggia, c’è una serie di servizi intermedi che non sono mai stati presi in sera considerazione.

“L’ospedale di Chioggia era un ospedale, prima del 2010, – continua Tiozzo – tecnologicamente precario e dal punto di vista alberghiero non era sicuramente uno dei migliori. Attualmente l’ospedale di Chioggia è un buon ospedale di rete. Manca però di strutture intermedie, nel nostro ospedale manca di un Hospice e di un ospedale di comunità, razionalizzando nei posti letto che a volte vengono a mancare nei reparti di medicina e geriatria”.

Su  come saranno i servizi intermedi in futuro, il direttore generale Dal Ben è nuovamente rassicurante: “Come esiste una rete tra gli ospedali della Ulss 3 Serenissima – con un ospedale Hub (Mestre) e ospedali Spoke (Chioggia, Venezia, Mirano, Dolo e Noale) – che garantisce ai cittadini di questo territorio con ben 625.235 residenti, risposte e prestazioni “su misura” a seconda dei diversi bisogni e con le medesime possibilità di accesso, così esistono anche dei punti di riferimento sociosanitari che dialogano tra loro ma anche con l’ospedale. Nel territorio del Distretto di Chioggia ci sono due Distretti sociosanitari, sono presenti due sedi del Dipartimento di Prevenzione, servizi per la salute mentale, strutture residenziali e semiresidenziali. Dal 2015 al 2017, inoltre, sono state attivate le 5 Medicine di Gruppo Integrate come da programmazione: a Chioggia la percentuale di MMG già riuniti in MGI è quasi al 90% per cento. La partita per il futuro, da giocare insieme alle Istituzioni locali, è quella relativa alla realizzazione dell’Hospice e dell’ospedale di Comunità. Sono questi due temi riguardo ai quali comunque l’Azienda sanitaria non è stata ferma, ma ha progettato nel frattempo delle soluzioni temporanee all’interno della realtà ospedaliera”.

A questo punto sarà il tempo a dirci se le preoccupazioni sul destino dell’Ospedale di Chioggia erano fondate o meno.

Endrius Salvalaggio

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