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Sabato 27 OTTOBRE 2018
Artrite reumatoide. Caroline Wozniacki, la tennista che ha imparato a convivere con la malattia. Apmar: “Se ce la fa lei possiamo anche noi”

Per la presidente Apmar Onlus, Antonella Celano: "Se la fa Caroline Wozniacki ce la possiamo fare anche noi. La tennista danese può rappresentare il simbolo e la forza per chi soffre di questa patologia. Nonostante questa, infatti, la tennista continua a vincere dentro e fuori dal campo di gioco".

“Ho saputo dai giornali che Caroline Wozniacki ha l’artrite reumatoide e se prima l’ammiravo perché è una delle tenniste più forti del mondo, da oggi ho un motivo in più per farlo. Ho apprezzato moltissimo le sue parole – ha dichiarato Antonella Celano, presidente di Apmar Onlus, Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare -, lei può rappresentare il simbolo e la forza per chi, come me, soffre di questa patologia”.

“So cosa ha provato quando ha raccontato di essersi svegliata incapace di sollevare le braccia, è una sensazione che accomuna la maggior parte di chi è affetto da artrite reumatoide – ha sottolineato Celano –. Lancio un appello a tutti: ascoltate il vostro corpo perché una diagnosi precoce è fondamentale affinché la malattia non diventi altamente invalidante. La Wozniacki l’ha fatto e per questo ha imparato a convivere con la malattia e sta continuando a vincere sui campi da tennis”.

E conclude con un invito a chi è affetto da queste patologie: “Non scoraggiatevi di fronte ai disturbi che vi crea la malattia, ma combattete per affrontarla giorno dopo giorno. Fate come la Wozniacki e vincerete”.

Solo poche settimane fa, infatti, la Wozniacki, quando già le avevano diagnosticato la malattia, ha vinto l’edizione numero 22 del ricco China Open, ultimo torneo di categoria Premier Mandatory della stagione WTA. In quell’occasione, la tennista ha dichiarato che vincere a Pechino le aveva fatto capire che niente poteva frenarla: “So che nel mondo ci sono tantissime persone che combattono questa malattia – ha detto – e per fortuna io posso essere per loro qualcuno a cui possono guardare e dire ‘Ce la posso fare anch’io”.

A chi le ha, poi, chiesto come proseguirà la sua carriera, la 28enne danese ha risposto: “È una malattia autoimmune, perciò è qualcosa con cui devi imparare a convivere ogni singolo giorno. Devi ascoltare il tuo corpo. Per fortuna io conosco bene il mio e mi sono resa conto in tempo, perché
sentivo che c’era qualcosa che non andava bene. Molte persone invece aspettano troppo e scoprono tardi il problema. Ora le cure mediche sono eccezionali, hanno fatto grandi progressi negli ultimi 15- 20 anni. Oltre alle cure, dovrò fare attenzione alla mia dieta, al riposo e a tutto il resto. All’inizio ovviamente è stato uno choc, ti senti l’atleta più in forma e tutto d’un tratto devi far fronte a un problema del genere. Devi rimanere positivo e affrontarlo, ci sono molti modi di sentirti comunque bene”.

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