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Lunedì 29 OTTOBRE 2018
Ambulanze senza medico. La posizione dei medici lombardi

Gli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Lombardia intervengono sulla morte di una ragazza a Chiavenna: “Il modello lombardo, che prevede in prima istanza l’operatività degli infermieri altamente qualificati, supportati da specifici algoritmi governati dal medico esperto, rappresenta, al momento, la migliore soluzione possibile. Ma anche le eccellenze falliscono se sono sottofinanziate”.

La Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Lombardia, riuniti in Como in data 27 ottobre, in merito alla vicenda della morte della giovane soccorsa dal servizio di emergenza urgenza di Chiavenna esprime alla famiglia le più sentite condoglianze. E “senza entrare nel merito dell’episodio”, ribadisce in una nota “la necessità di operare allo scopo di raggiungere l’obiettivo di rendere disponibile sui territori la capillare presenza di mezzi dotati di medici specificamente formati e qualificati”.

“In tal senso” la Federazione regionale degli Omceo lombardi esprime “la propria contrarietà a politiche finalizzate al risparmio sia nella dotazione che nella formazione dei sanitari che nel nostro paese rischiano di promuovere operazioni di task shifting inappropriato”.

Per gli Ordini dei medici della Lombardia “il modello lombardo, che prevede in prima istanza l’operatività degli infermieri altamente qualificati, supportati da specifici algoritmi governati dal medico esperto, rappresenti, al momento, la migliore soluzione possibile”.

Ma, si evidenzia nella nota, “anche i modelli di eccellenza, tuttavia, rischiano di produrre risultati insufficienti se i sistemi diventano sottofinanziati e conseguentemente sottodimensionati. Ciò è vero, soprattutto nelle aree più periferiche e disagiate”.

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