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Lunedì 29 OTTOBRE 2018
Intersidacale a Paolucci: “Non siamo stati convocati in tempo sul fabbisogno del personale: così non può continuare”

“Avendo ricevuto il documento per mail mercoledì 24 ottobre – scrive l’intersindacale - non abbiamo avuto il tempo di presentare suggerimenti migliorativi perché abbiamo appreso che lo stesso è stato inviato ai ministeri del tavolo di monitoraggio visto che l’Amministrazione Regionale dovrà tornare ad essere sottoposta a nuova verifica entro la metà del mese di novembre prossimo”. 

L'intersindacale abruzzese (ANISAP, ANPO, AUPI, CIMO, Cipe, CISL-Medici, FIALS, FIMP, NURSIND, NURSING-UP, SIDIRSS, SIMET, SINAFO, SNR, UIL-P) ha inviato una lettera aperta all'assessore regionale alla Programmazione sanitaria Silvio Paolucci, al presidente della Giunta e ai responsabili della sanità dell'Abbruzzo sul fabbisogno di personale della Regione.

“Avendo ricevuto il documento per mail mercoledì 24 ottobre – scrive l’intersindacale - non abbiamo avuto il tempo di presentare suggerimenti migliorativi perché abbiamo appreso che lo stesso è stato inviato ai ministeri del tavolo di monitoraggio visto che l’Amministrazione Regionale dovrà tornare ad essere sottoposta a nuova verifica entro la metà del mese di novembre prossimo: certamente si resta senza parole di fronte al trattamento riservato alla nostra Associazione di Sindacati e agli altri sindacati rappresentanti gli operatori sanitari di questa Regione che sono stati convocati sapendo che non avrebbero potuto, peggio ancora dovuto, dare un contributo migliorativo al documento presentato”.

I sindacati richiamano le dichiarazioni alla stampa dell’assessore che avevano annunciato nel triennio 2019-2021 circa mille assunzioni nella Sanità regionale: 450 medici e 500 operatori socio-sanitari (OSS); che tali assunzioni avrebbero un costo stimato di 40 milioni di euro; che attualmente in servizio ci sono 5.098 medici, 5.636 infermieri e 862 operatori sociosanitari; che il costo del personale è attualmente di 668 milioni di euro mentre avrebbe dovuto essere di 706 milioni di euro permettendo alle Ausl di risparmiare 42 milioni di euro.

E dichiarano: “Pur soddisfatti per l’annuncio di nuove assunzioni necessarie a migliorare la qualità e la quantità delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Regionale pubblico Le vorremmo chiedere:

- perché solo medici e operatori socio-sanitari e non infermieri, ostetriche, psicologi, tecnici di radiologa, tecnici di laboratorio, farmacisti ospedalieri e territoriali, tecnici della prevenzione, ecc?

- perché le Ausl hanno risparmiato in questi anni 42 milioni di euro quando si sarebbe potuto assumere già buona parte del personale necessario senza ricorrere ad assunzioni a tempo determinato e non si sono fatti i concorsi necessari?

- perché non abbiamo potuto avere, benché richieste verbalmente e per iscritto, le dotazioni organiche che le Ausl hanno inviato al Dipartimento Salute e Welfare con il censimento del personale sanitario così da conoscere quanti siano i fuori posto, i titolari di benefici per la legge 104/92 -specialmente coloro che abbiano l’esenzione ad effettuare turni di reperibilità e turni attivi-, i titolari di prescrizioni dopo visita dei medici competenti e la loro collocazione nell’organigramma aziendale e il personale incaricato ai sensi dell’articolo 18 specificando la loro durata temporale in attesa di bando di concorso?”

Anche per queste ragioni ’intersindacale si associa e condivide le critiche rivolte all’assessore dal presidente dell’Ordine degli infermieri di Chieti Giancarlo Cicolini.

“Tutto questo – scrivono nella lettera - senza essere stati messi in condizione di conoscere la rimodulazione delle Unità Operative ospedaliere che, secondo le numerose delibere aziendali e di Giunta Regionali adottate per gli atti aziendali dell’ultimo anno, dovrebbero essere aumentate nel numero e nella tipologia rispetto a quelle identificate con il Decreto Commissariale n° 79 del 21.07.2016 in una ultima delibera di Giunta Regionale a noi sconosciuta anche essa inviata ai Ministeri del tavolo di monitoraggio.  Questo modo di fare – concludono - non può continuare!”
 

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