quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 30 OTTOBRE 2018
In Olanda il bullismo a scuola si combatte con la mindfulness

Grazie al metodo sviluppato da Eline Snel, scrittrice olandese esperta di mindfulness, 750 bambini in diverse scuole olandesi godono del mindfulness training. Nelle classi che hanno adottato il metodo, non c’è più stato bisogno dei programmi contro il bullismo perché il bullismo non è più stato un problema

Da decenni le scuole olandesi si sono dotate di programmi specifici per combattere il fenomeno del bullismo con schiere di psicologi pronti a intervenire a ogni segnalazione da parte degli studenti.
 
Ma qualcuno è riuscito a fare di meglio. Eline Snel, scrittrice ed esperta di mindfulness, ha sviluppato un metodo, Mindfulness Matters, per formare insegnanti e operatori del settore della salute mentale a fare propri i principi della mindfulness e metterli in pratica nelle loro rispettive professioni.
In seguito al successo del metodo, ha sviluppato programmi specifici per bambini e adolescenti da adottare nelle scuole, in particolare quello denominato Sitting still like a frog (Stare seduti immobili come una rana), dedicato ai più piccoli.
 
“Dodici presidi di scuole diverse mi hanno chiesto di fare un corso di MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction) per sperimentarlo personalmente e capire di cosa si trattava – racconta la Snel. In seguito, due insegnanti che avevano fatto il training altrove hanno provato a riproporlo ai bambini, ma non ha funzionato. L’MBSR, pensato per gli adulti, non era adatto.”
 
A questo punto le è stato chiesto di implementare il suo metodo per i bambini. “L’atmosfera di apprendimento cambia completamente, sia da parte degli insegnanti che degli studenti – spiega la Snel. Grazie a 10 minuti di meditazione al giorno, pensata a misura di bambino, si sviluppano sentimenti di rispetto ed empatia. Lentamente, i bambini diventano più disposti ad ascoltare e a includere gli altri”.
 
Al momento, 750 bambini in diverse scuole olandesi godono del mindfulness training. Nelle classi che hanno adottato il metodo, non c’è più stato bisogno dei programmi contro il bullismo perché il bullismo non è più stato un problema.
 
Esiste una vasta letteratura che ha messo in luce i numerosi effetti benefici della mindfulness su bambini e adolescenti. Oltre a un generale miglioramento della salute mentale e delle competenze sociali, emergono:
- Riduzione del bullismo (Zhou et al., 2016).
- Aumento della concentrazione, anche nei bambini con diagnosi di ADHD (Zhang et al., 2016).
- Riduzione dei problemi legati all’attenzione (Crescentini et al., 2016).
 
È importante che il programma di mindfulness sia appropriato all’età dell'alunno. Per questo la Snel ha scritto tre manuali per gli insegnanti, ciascuno rivolto a una fascia diversa d’età: 4-7, 7-11 e 12-13 anni.
 
Nella scuola dove i bambini seguono il programma della Snel da 7 anni, la Troelstra, più di 25 insegnanti sono stati formati con il suo metodo. Il programma viene implementato due volte durante il corso dell’anno scolastico, durante il quale si mantiene una pratica giornaliera di dieci minuti.
 
Spesso sono i bambini stessi a chiedere di continuare il corso. All’interno di una stessa scuola si notano le differenze macroscopiche tra le classi in cui gli insegnanti hanno fatto la formazione e quelle dove non si pratica la mindfulness.
 
La cosa ancora più interessante è che questa scuola si trova in un'area difficile di Amsterdam, dove c’è un alto tasso di immigrazione, e le classi sono molto eterogenee, con problemi di comunicazione tra gli allievi. “Il bullismo era presente e poteva includere spintoni, soprannomi insultanti, ma soprattutto l’esclusione di alcuni bambini dalle attività scolastiche".
 
Il motivo per cui i programmi anti-bullismo non funzionano, secondo la Snel, dipende dal fatto che non rendono i bambini consapevoli delle loro emozioni, dei loro sentimenti e dei loro pensieri. “I bambini non erano in grado di empatizzare con il proprio dolore e con quello degli altri - spiega la Snel. Al contrario, grazie alla mindfulness, diventano più consapevoli e se prima agivano d’istinto, dopo il corso hanno cominciato a mettere in dubbio i loro pensieri ed erano molto sollevati nello scoprire che la maggior parte dei pensieri negativi su di sé e sugli altri, non corrispondono sempre alla verità”.
 
I bambini vengono invitati a parlare dei loro sentimenti difficili e alcuni di loro hanno cominciato a parlare del bullismo davanti a tutta la classe. Di conseguenza, le vittime di bullismo hanno potuto vedere che i bambini considerati “più popolari” avevano anche loro emozioni difficili e sentimenti negativi. “Questo ha portato a una maggiore connessione e comprensione tra i bambini. Hanno cominciato a capire che se vogliono cambiare qualcosa, devono cominciare a cambiare se stessi, diventando più propensi ad aiutarsi l’un l’altro", aggiunge la Snel.
 
È un processo lento, che richiede una pratica continuativa. È come un muscolo che va tenuto in allenamento e i primi risultati si cominciano a vedere verso la metà dell’anno scolastico.
 
Ciascun bambino impara cose diverse. C’è chi si rende conto che i sentimenti di inadeguatezza non sono reali, acquistando autostima e sicurezza. C’è chi impara a usare lo “Stop button”, per interrompere le reazioni istintive e rivolgersi a processi di pensiero ed empatia prima di reagire. Altri imparano ad accettare se stessi nonostante pensieri di inadeguatezza, come “sono uno stupido” o “non sono abbastanza”. Molti bambini capiscono che hanno bisogno di una pausa e chiedono di fare una piccola meditazione, indossano le cuffie e si siedono da parte per dieci minuti.
 
Attualmente la Snel insegna il suo metodo agli insegnanti di 20 scuole di Amsterdam. In tutte le scuole il bullismo è in riduzione. Il metodo è stato ripreso in tutta l’Olanda e viene utilizzato anche in altri paesi in tutto il mondo. Esiste anche un corso di MBSR per i genitori che riprende molto il metodo della Snel, creando un fruttuoso triangolo tra genitori, insegnanti e bambini. Lentamente, l’atmosfera cambia anche a casa.
 
I costi di questa operazione, al momento, non sono contenuti. Gli insegnanti devono fare l’MBSR (300 euro l’uno), poi si passa al metodo Snel dove il costo è di 1.200 euro per insegnante. Ma le spese sono sostenute dagli insegnanti stessi e dalle scuole (500 euro per insegnante l’anno dedicati alla formazione). Una volta visti i risultati, spesso i dirigenti scolastici decidono di pagare la differenza di tasca loro.
 
Paola Porciello

© RIPRODUZIONE RISERVATA