quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 07 NOVEMBRE 2018
Emergenza urgenza. Anaao e Simeu Piemonte chiedono il passaggio alla dipendenza per i medici territoriali

Questo, per l’Anaao e la Simeu, permetterebbe “un migliore utilizzo e valorizzazione delle risorse umane”, di “ridurre il burn out aumentando la diversificazione del lavoro”, di “favorire le carriere”. L’ integrazione dovrà essere lentamente progressiva e comprendere un piano formativo estensivo sia per i medici dell’emergenza territoriale “che devono acquisire le competenze mancanti per operare in Dea in sicurezza”, sia per i medici del Dea “per far sì che possano operare autonomamente sul territorio”. LA PROPOSTA

Il sindacato Anaao -Assomed Piemonte e la  Simeu Piemonte, Società Italiana della medicina di emergenza-urgenza, unitariamente, chiedono alla Regione Piemonte di  superare la dicotomia tra medico dell’ emergenza-urgenza  Ospedaliero e Territoriale. La soluzione, per Anaao e Simeu, sarebbe quella di inquadrare i medici convenzionati per l'Emergenza Sanitaria Territoriale  (118) nella dirigenza medica del ruolo sanitario, “in prospettiva dell’auspicata sospensione dell'utilizzo dell'istituto contrattuale del convenzionamento per l'assunzione di medici nell'emergenza urgenza”, si legge nella proposta.

I vantaggi, secondo Anaao e Simeu, sarebbero diversi, sia in termini di qualità del lavoro che di soddisfazione del personale, di crescita professionale e di parziale copertura del fabbisogno di medici. “L’attività nella sola emergenza territoriale – sostengono infatti Anaao e Simeu - rischia di inaridire il medico, che non ha la possibilità di seguire il paziente nelle fasi successive all’emergenza iniziale. Il medico del 118, soprattutto nelle aree periferiche, rischia di essere esposto a scarsissima casistica e non avere confronto con i colleghi, a scapito di efficacia ed efficienza del sistema”. D’altra parte, “il medico di emergenza-urgenza ospedaliero non è un professionista completo senza l’esperienza territoriale”.

Per Anaao e  Simeu, inoltre, “consentendo al personale di ruotare tra le varie aree dell’emergenza, si potrebbe ottenere una maggiore e più equa distribuzione del carico di lavoro. L’unificazione del personale sanitario di DEA e Pronto Soccorso con quello del 118 rappresenta un’ottima alternativa all’attuale sistema, più efficace ed efficiente, come già sperimentato negli anni passati in alcune realtà regionali”.

Si potrebbe, peraltro, “dare una risposta al problema del disagio dei medici dell’emergenza territoriale, ultra-cinquantenni, che garantendo loro maggiori tutele lavorative”. E “il medico del 118 nelle aree a minor carico di lavoro (postazioni in zone suburbane o provinciali) potrebbe essere occupato in Pronto Soccorso nella gestione dei casi meno complessi, disponibile per l’ emergenza territoriale se chiamato”.

Per Anaao e Simeu, in ogni caso, l’integrazione dovrà essere “lentamente progressiva”, e dovrà comprendere “la possibilità, il tempo e le risorse per operare un piano formativo estensivo sia per i medici dell’emergenza territoriale che devono acquisire le competenze mancanti per operare in DEA in sicurezza, sia per i medici del DEA per far sì che possano operare autonomamente sul territorio”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA