quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 08 NOVEMBRE 2018
Fvg. La riforma sanitaria approda in Commissione. Ecco il testo

Illustrata ieri dall’assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, prevede la mutazione dell’assetto complessivo che, nella sua attuale forma, risulta per Riccardi “ridondante, non in linea con gli standard nazionali e non sempre congruente con alcuni territori di afferenza”. Con la riforma ci sarà un’Azienda regionale di coordinamento per la salute (Arcs), che dal 1° gennaio 2019 succederà all’Egas, poi tre Aziende di area vasta: Azienda sanitaria Friuli Occidentale; Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina; Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale. Al loro fianco, l’Irccs Burlo e l’Irccs Cro. LA PROPOSTA DELLA GIUNTA

Iniziata, con l’illustrazione dell’assessore alla Salute Riccardo Riccardi, l’iter della riforma sanitaria (disegno di legge n. 27) in commissione Sanità del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia.  Le criticità della situazione attuale e gli aspetti più salienti della proposta di revisione dell'assetto istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale sono stati illustrati ieri e sono già state calendarizzate per mercoledì 14, e se necessario giovedì 15, le audizioni in Commissioni con le categorie maggiormente coinvolte. L’obiettivo di Riccardi, spiegano fonti regionali, è di arrivare all’approvazione entro la fine del 2018. I tempi, dunque, sono stretti e la discussione entrerà nel vivo dopo le audizioni.

In commissione, come riporta una nota del Consiglio, Riccardi ha spiegato che la decisione di porre mano al sistema disegnato con la legge regionale 17/2014 è stata assunta in quanto, “a distanza di quattro anni dall'avvio di questo processo di riforma, i risultati impongono di rimettere mano con urgenza al processo, partendo dalle problematiche: mandati e responsabilità poco chiari tra la funzione politico-strategica e la funzione gestionale, e una significativa debolezza della Direzione centrale Salute; un assetto istituzionale ridondante, non in linea con gli standard nazionali e non sempre congruente con alcuni territori di afferenza (Azienda per l'assistenza sanitaria n. 3 Alto Friuli - Collinare - Medio Friuli, Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, Aas n. 2 Bassa Friulana - Isontina); scarso ricorso ai meccanismi di integrazione, necessari a organizzazioni complesse come quelle sanitarie (collegi di direzione, direzione per obiettivi, budget, piani aziendali); un governo del sistema con gravi carenze gestionali (negoziazione di obiettivi e di risorse tra Regione e Aziende non trasparente) e contrassegnato dal progressivo depauperamento dei processi di centralizzazione logistica, tecnica e amministrativa”.

Riccardi ha quindi menzionato un'offerta di servizi caratterizzata da “manifeste incoerenze” tanto della rete ospedaliera – “inadeguata rispetto alla normativa nazionale, ai flussi dell'utenza, ai dati epidemiologici, all'evoluzione della medicina, e con eccessive indeterminatezze di mandato e di sovrapposizioni tra ospedali Hub e Spoke” - quanto dell'area territoriale, con una “marcata disomogeneità delle prestazioni sul territorio, assenza di progettualità nei processi di distrettualizzazione e sui temi delle cure intermedie, rispetto alle quali non sono state coinvolte in modo adeguato le diverse famiglie professionali, non sono stati definiti i contenuti, le competenze occorrenti, le afferenze e i meccanismi operativi a garanzia del coordinamento e dell'integrazione nei percorsi di cura del malato cronico grave”.

Con la presente riforma si pone mano alla revisione della governance del Ssr, riservando a successivi provvedimenti gli interventi sull'offerta.

L'assetto che il disegno di legge stabilisce per il Ssr prevede:

a)    un'Azienda che assicuri la duplice finalità di garantire il supporto alla Direzione centrale Salute e alle Aziende sanitarie nel governo del sistema e di dare attuazione ai servizi condivisi, alla quale delegare funzioni di gestione sanitaria accentrata sulla base di tempistiche e determinazioni stabilite dalla Giunta regionale (Azienda regionale di coordinamento per la salute - Arcs, avrà sede a Udine e dal 1 gennaio 2019 succederà all'Ente per la gestione accentrata dei servizi condivisi - Egas);

a)    tre Aziende di area vasta che ricompongano l'omogeneità dei territori di riferimento e comprendano al loro interno sia l'area territoriale sia quella ospedaliera: Azienda sanitaria Friuli Occidentale (As Fo); Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asu Gi); Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asu Fc).

Nel dettaglio, Azienda sanitaria Friuli Occidentale dal 1 gennaio 2020 ricomprenderà l'Aas n. 5 Friuli Occidentale, con sede a Pordenone.

L'Azienda sanitaria universitaria Giuliano-Isontina, con sede a Trieste, dal 1 gennaio 2020, data della sua costituzione, succede: nel patrimonio dell'Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste; in parte del patrimonio dell'Aas n. 2 Bassa Friulana-Isontina determinata, relativamente al livello assistenza ospedaliera, dagli stabilimenti ospedalieri di Gorizia e Monfalcone e, relativamente al livello prevenzione collettiva e sanità pubblica nonché al livello assistenza distrettuale, dalle strutture operanti nell'ambito del distretto Alto Isontino e del distretto Basso Isontino.

L'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale, con sede a Udine, dal 1 gennaio 2020, data della sua costituzione, succede: nel patrimonio dell'Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine; in parte del patrimonio dell'Aas n. 2 Bassa Friulana-Isontina determinata, relativamente al livello assistenza ospedaliera, dagli stabilimenti ospedalieri di Latisana e Palmanova, e, relativamente al livello prevenzione collettiva e sanità pubblica nonché al livello assistenza distrettuale, dalle strutture operanti nell'ambito del distretto Est e del distretto Ovest; nel patrimonio dell'Aas n. 3 Alto Friuli - Collinare - Medio Friuli.

L'impegno di ciascuna di queste tre Aziende sarà: garantire una piena valorizzazione dell'area territoriale; definire una rete ospedaliera che, coordinata con i due Istituti scientifici (Irccs) Cro di Aviano e Burlo di Trieste, consenta l'effettiva realizzazione del modello 'Hub and Spoke' che si fonda sull'organizzazione delle reti cliniche integrate e prevede l'affidamento della casistica più complessa in un numero limitato di presidi Hub. Questo presuppone che l'attività dei presidi Hub sia fortemente integrata con quella dei presidi ospedalieri Spoke. E sono necessari più livelli di integrazione: a livello regionale, tra gli Hub; a livello locale, tra Hub e Spoke e tra gli stessi Spoke e, ancora, tra gli ospedali e tutti i servizi del territorio e l'area del sociale; i presidi ospedalieri, sia Hub che Spoke, sono dotati di autonomia organizzativa, gestionale e contabile e sono organizzati in centri di costo e di responsabilità.

Ulteriore impegno comune delle tre Aziende sarà assicurare l'effettiva uniformità dei livelli di prestazione per tutto il territorio regionale evitando, nel rispetto delle diverse peculiarità, le difformità oggi esistenti tra Aziende e territori regionali, semplificando la gestione dei flussi e garantendo l'equità.

Sull'assetto, l'assessore ha parlato però anche in termini di emendamenti che potrebbero mutare la previsione attuale e di aspetti puntuali su cui discutere con il ministero della Salute. Ha poi fatto presente che, dal 1° gennaio 2019, decadono gli incarichi di direttore generale, di direttore amministrativo, di direttore sanitario e di direttore dei servizi sociosanitari in essere al 31 dicembre 2018, presso l'Egas; l'Aas 2, l'Aas 3, l'Asui TS e l'Asui UD. Mentre dal 1 gennaio 2019 sono nominati il commissario straordinario dell'Arcs, il commissario straordinario unico dell'Asui TS e dell'Aas 2, il commissario straordinario unico dell'Asui UD e dell'Aas 3.

A corollario, Riccardi ha aggiunto ulteriori aspetti che possono contribuire ad assicurare alla riforma esiti positivi: percorsi di formazione e partecipazione per l'alta direzione, per la dirigenza intermedia e per tutti gli operatori; presidiare gli obiettivi previsti dalla legge di riforma; rafforzare il rapporto con gli amministratori locali, garanti della salute dei cittadini e per questo chiamati a una collaborazione diretta, e con il sistema sociale, procedendo con una maggiore attenzione alle politiche di welfare community; definire il rapporto con le università in modo tale che siano assicurati valore e piena collaborazione tra le parti, nel rispetto dei reciproci interessi ed esigenze.

In particolare, il coordinamento delle relative funzioni istituzionali tra la Regione e le Università, attraverso le Aziende sanitarie universitarie sarà realizzato con la stipula di un protocollo d’intesa e e attività assistenziali essenziali allo svolgimento delle funzioni istituzionali di didattica e ricerca dell’Università sono assicurate nei presidi Hub di Trieste e Udine, salvo nel caso questi presidi non siano disponibili adeguate strutture; in questo caso la Regione e l’Università concorderanno con appositi atti l’utilizzazione di altre strutture pubbliche.

Quanto ai Comuni, quelli rientranti nel territorio di competenza di ciascuna Azienda esprimono i bisogni di salute della popolazione attraverso la Conferenza dei sindaci, che può agire tramite rappresentanze di sindaci su due livelli: competenza territoriale dell'azienda, denominata area vasta; competenza territoriale di distretto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA