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Giovedì 29 DICEMBRE 2011
Lilberalizzazioni. Monti: “Pronte entro il 23 gennaio e convinceremo anche il centro destra”

In quella data, infatti, il Governo italiano presenterà all’Eurogruppo le misure per la crescita, tra cui le liberalizzazioni, comprese quelle delle farmacie. A febbraio una seconda tranche di misure. E se il centro destra fosse contrario? “Gratta gratta penso vi sarà un’apertura”.

“Abbiamo puntato i piedi con forza per non cadere nel baratro e ci siamo riusciti. E questo non è metafora ma realtà. Gli italiani capiscono quando si spiega loro cosa occorre fare senza assecondare illusioni. Nostro dovere è produrre il cambiamento e penso che non ci saranno tensioni sociali”. Così il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha chiuso la conferenza stampa di fine anno tenuta oggi a Roma, in occasione del quale il presidente ha illustrato il calendario dei lavori per la cosiddetta “Fase 2”, quella che lo stesso Monti ha preferito però definire fase “Cresci Italia”. Senza addentrarsi nei dettagli dei provvedimenti, ancora in via di definizione, Monti ha spiegato che riguarderanno concorrenza e liberalizzazioni, “che seguirò insieme a Catricalà”, poi lavoro e ammortizzatori sociali, infrastrutture, ricerca e capitale umano, coesione territoriale per una crescita inclusiva.
 
In cosa questo si tradurrà si saprà comunque in tempi brevi. L’Italia, infatti, deve affrontare nelle prossime settimane due appuntamenti importanti, quello del 23 gennaio con l’Eurogruppo e quello del 30 gennaio con il Consiglio Europeo. Per la prima data - ha assicurato il premier - sarà già pronta una prima tranche di misure, che dovrebbero riguardare anche le liberalizzazioni, comprese quella delle farmacie. Poi, a febbraio, sarà la volta di una seconda tranche con le altre misure.
 
La cosiddetta “Fase I”, quella conclusasi con il decreto anti-crisi, ha detto Monti, “era un atto dovuto”. Infatti “l’impegno di pareggio bilancio nel 2013 e il vincolo di ridurre di 5% all’anno l’eccesso del rapporto debito/pil non è stato sottoscritto da questo Governo ma da altri Governi, sulla base anche di quanto richiesto dall’Europa stessa. Impegni che l’Italia aveva già preso e che non possiamo mettere in discussione”. Ma ora “inizia l’atto voluto del mio Governo”.
 
I tempi del "Cresci Italia” saranno rapidi perché, ha detto Monti, "vogliamo dare agli italiani il senso di necessità del cambiamento a vantaggio degli italiani che verranno dopo di noi". Quanto all’opposizione del centrodestra sulle liberalizzazioni, Monti ha affermato che, “gratta gratta, penso che anche nel Centro Destra vi sarà un’apertura”.
Il presidente del Consiglio ha poi voluto sottolineare ancora che, nonostante si stia parlando di fase “Salva Italia” e fase “Cresci Italia”, “non c’è una separazione tra le due fasi”. La manovra, infatti, si intitolava “crescita, equità e consolidamento conto pubblici” e questi, ha sottolineato Monti, “sono gli stessi obiettivi della Fase 2 che sta per aprirsi”. Quello che cambierà sono “le concentrazioni di peso. In una prima parte ci siamo occupati soprattutto di consolidamento conti pubblici perché era la priorità, ma lo abbiamo fatto cercando di curare il più possibile l’equità sociale e guardando il più possibile al futuro, cioè alla crescita”. Allo stesso modo, non si sarà crescita senza una grande attenzione al consolidamento conti pubblici e all’equità. “Nessuno pensi che serva un’altra manovra”, ha affermato Monti, ma allo stesso tempo “non si pensi che siccome è stata fatta manovra pesante e robusta, ora la fase della crescita significhi larghezza finanziaria”.
Per questo “la politica di crescita che proporremo al Paese nelle prossime settimane non farà molto uso di denaro pubblico, anche perché ce ne è poco, ma farà molto uso dell’equità come leva. Siamo convinti che un’ operazione volta a liberare energie, a stimolare la concorrenza e il capitale umano sia la strada da percorrere per avere una crescita, ma anche forte di equità”. In questo contesto, ha sottolineato Monti, “liberalizzazione e concorrenza significa limare i privilegi e rendite, che non definisco tali in senso dispregiativo, ma che frenano i meccanismi economici, soprattutto a danno dei giovani”.
 
Un’altra sfida che il Governo dovrà poi affrontare è quella del Welfare, “una conquista per l'Europa” a cui, secondo Monti, “non si deve rinunciare”. "Dopo la crisi, anche Stati Uniti e Cina, che avevano preso le distanze dal sociale stanno riconsiderando questo sistema. E' però vero – ha aggiunto Monti – che l’Europa non sarà in grado di mantenere sostenibile un sistema di welfare estremamente gravoso che si era fabbricato durante gli anni di crescita". La sfida, quindi, “è crescere per non inaridire un prodotto e poi riformare i sistemi di welfare per renderli meno costosi e più equi e più efficienti”.
 
Se è quindi vero che le difficoltà per il Paese non sono finite e che la manovra “può avere effetti di recessione” (ma “l'unica alternativa era non fare la manovra, cosa che avrebbe comportato per l'Italia rischi di una esplosione che sarebbe stata comunque peggio di una recessione”), secondo Monti, però, “lo sforzo che stiamo facendo può giustificare moderato ottimismo”.
Al termine della conferenza stampa, durante il brindisi con la stampa, la giornalista di Quotidiano Sanità è riuscita a porre al presidente del Consiglio la domanda che avrebbe voluto fare in sala, programmata come 34° intervento, ma poi "tagliata" per ragioni di tempo. "Presidente - ha chiesto Eva Antoniotti - lei ha detto che l'Europa, e quindi anche l'Italia, non sarà in grado di mantenere i sistemi di welfare onerosi costruti in questi anni. Sulla previdenza siete già intervenuti, sull lavoro state preparando nuovi provvedimenti. Pensate di intervenire anche sulla sanità?". Monti risponde con una battuta: "Non ci avevo pensato, mi ha dato un'idea!". Speriamo bene.

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